La posizione della figlia, inizialmente ai domiciliari per abbandono di persona incapace, si è aggravata quando è emerso il progetto di fuga.
MONTELIBRETTI (Roma) – Avrebbe abbandonato in casa la madre invalida per farla morire di stenti e potersene andare in vacanza. Era ristretta agli arresti domiciliari per abbandono di persona incapace ma dopo la scoperta di una probabile fuga è stata arrestata e tradotta nel carcere romano di Rebibbia con l’accusa di omicidio con dolo eventuale. Il delitto si sarebbe consumato in via dei Salici, nella frazione Tenuta di Montelibretti, tra la via Salaria e la stazione ferroviaria di Pianabella, in provincia di Roma, dove il 14 giugno scorso è stata ritrovata cadavere Margherita Battazza, 84 anni, disabile.
La vittima era la madre di Antonella Marrella, 49 anni, separata, due figli minori di 8 e 16 anni. La donna avrebbe abbandonato la congiunta in una casa rurale alla periferia del Comune laziale senza cibo, né acqua, facendola morire di inedia. Per il mese di giugno l’odierna indagata aveva prenotato per sé e per i due figli cabina e ombrellone presso lo stabilimento balneare Felicioni di Pineto, in provincia di Teramo, a qualche centinaio di metri da un appartamento che aveva affittato proprio per quel periodo. In spiaggia la donna parlava con i vicini di sdraio della madre che aveva lasciato nella casa di Montelibretti assieme ad una fantomatica badante che avrebbe pensato alle sue esigenze: ”Era sorridente, anche simpatica, aveva legato con altri turisti, molto indaffarata e impegnata coi due ragazzi – raccontano i clienti del lido abruzzese – stava sempre con il telefonino in mano”.
Marrella oltre ad occuparsi di assistere la madre era impegnata anche con un figlio disabile abbisognevole di cure e sostegno. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Monterotondo che svolgono le indagini coordinate dalla Procura di Tivoli, la donna gestiva diverse proprietà di famiglia che aveva ereditato alla morte del padre. E proprio dalla morte del genitore che la situazione sarebbe precipitata.
Dal 2018, infatti, i figlioletti erano stati affidati alla patria potestà del sindaco di Montelibretti dopo ripetute segnalazioni e sopralluoghi di polizia locale e servizi sociali nell’appartamento in cui la donna viveva con i suoi congiunti dopo la morte del padre. Per i suoi comportamenti il locale Centro d’Igiene mentale avrebbe dovuto sottoporla a perizia psichiatrica a seguito di un provvedimento del tribunale dei Minori a suo carico. Marrella però non si era mai presentata a visita.
Poi la tragedia: il 12 giugno scorso i militari di Montelibretti scoprivano il corpo senza vita dell’anziana donna riverso sul pavimento di casa. Con i colleghi di Monterotondo avviavano le indagini e rintracciavano a Pineto la donna con i suoi due figli:
”Era lucida e stravagante ma anche strana – dicono i vicini di casa – Si è presentata dai carabinieri dopo la morte della mamma in abiti da mare, pensando che la poveretta fosse morta per una disgrazia. Pensava di essere stata chiamata per una formalità in caserma ed era intenzionata a tornare al mare. Aveva un buon rapporto con la madre, mai nessuna lite o cose particolari. La lasciava appena il tempo di fare la spesa. Abbiamo visto Antonella per l’ultima volta il 1 giugno scorso alla stazione ferroviaria”.
Gli investigatori dell’Arma approfondivano le indagini e scoprivano alcuni messaggi scritti a mano su carta dalla donna, difesa dall’avvocato Cristiano Piacenti, nei quali pare siano riportate intenzioni di fuga in moto e travestimenti (una parrucca) oltre all’acquisto di titoli di viaggio per lasciare Montelibretti dove si trovava ai domiciliari:
“Una tragedia che addolora l’intera comunità – ha dichiarato Giuseppe Gioia, vicesindaco del paese laziale – e che ci impone silenzio e rispetto per la vittima. La signora, che a differenza dei due nipoti non era seguita dai servizi sociali, si era incontrata con l’assistente sociale poco tempo fa durante un sopralluogo ed era lucida. Pertanto non vi erano avvisaglie che potessero far presagire ciò che poi è accaduto”.
L’indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al Gip:” Quei pizzini sono solo il frutto di pensieri confusi – ha aggiunto l’avvocato Piacenti – la mia assistita peraltro aveva il braccialetto elettronico e non sarebbe potuta andare molto lontano. Non ha parenti che possano aiutarla. Temo che l’abbandono e morte della madre siano collegati ad un improvviso vuoto mentale”. Gli inquirenti la pensano diversamente.