Università: la Camera approva la riforma per l’accesso a Medicina, stop ai quiz

Il ministro Bernini: “Voltiamo pagina, gli atenei non si presenteranno più con l’insopportabile dicitura ‘Numero chiuso'”.

Roma – Via libera dalla Camera alla legge di delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso a numero chiuso per i corsi di laurea in Medicina. Il provvedimento, già approvato dal Senato, ottiene a Montecitorio 149 sì e 63 no. Diventa quindi legge lo stop ai test d’ingresso per i corsi universitari magistrali in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria. Con l’approvazione della riforma, già dal prossimo anno accademico nelle università pubbliche verrà abolito il quiz di ingresso. L’ha confermato la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, che ha assicurato che i tempi dei decreti attuativi saranno molto rapidi. “L’Università italiana volta pagina, gli atenei non si presenteranno più con l’insopportabile dicitura ‘Numero chiuso’ ma con le porte aperte di chi ha l’ambizione di accogliere studenti e formarli per diventare bravi medici”, ha dichiarato.

Per quanto riguarda i decreti attuativi, la ministra Bernini ha assicurato che arriveranno in tempi rapidi. “Gli atenei non si presenteranno più con l’insopportabile dicitura ‘Numero chiuso’ ma con le porte aperte di chi ha l’ambizione di accogliere studenti e formarli per farli diventare bravi medici. Nei prossimi anni potremo formare almeno 30.000 nuovi medici in più. Insomma, una rivoluzione, un cambiamento radicale”, ha detto orgogliosa la ministra. Dopo il via libera del 17 febbraio la Camera si prepara a licenziare anche in aula la riforma elimina il “famigerato” quiz che spesso ha visto infranti i sogni degli aspiranti camici bianchi. Al suo posto, infatti, ci sarà un primo semestre aperto a tutti e la selezione si sposterà all’inizio del secondo. Tutto ciò a partire dall’anno accademico 2025/26.

Anna Maria Bernini

Una notizia che smentisce le voci circolate nei mesi scorsi, che parlavano, invece, di una replica del modello di selezione adottato nel 2024/25. Quando – come forse si ricorderà – si era tornati alla prova scritta nazionale e uguale per tutti (in due date e con banca dati dei quesiti aperta), dopo l’esperimento durata appena 12 mesi dei Tolc online gestiti tra mille polemiche dal consorzio Cisia. Tra gli altri punti emergerebbe anche quello che consente allo studente di individuare, oltre all’ateneo che intende frequentare, anche le altre sedi universitarie in cui è disposto a “spostarsi” per continuare il corso una volta superato il test o in caso di mancato superamento (per frequentare nuovamente il primo semestre).

Il testo, che riguarda l’accesso programmato ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Veterinaria, definisce – all’articolo 2 – i principi e i criteri direttivi che l’esecutivo dovrà rispettare nella stesura dei decreti delegati da emanare entro 12 mesi (compito che sarà affidato al Mur). Primo fra tutti, l’iscrizione aperta al primo semestre e, poi, l’ammissione al secondo semestre degli studenti che conseguono tutti i Cfu, cioè i crediti formativi, comuni all’area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria sulla base di una graduatoria nazionale. Segue l’articolo 3, che offr al Dlgs il compito di rivedere la legge n. 264/1999 sul numero chiuso. Il testo approvato a novembre in Senato, di iniziativa di Fratelli d’Italia, è formato da tre articoli e rivede le modalità di accesso ai corsi universitari di medicina, odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, con l’obiettivo di cancellare i test che ora precedono l’iscrizione. 

Prevista quindi la delega al governo ad adottare, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso. La ministra Bernini aveva così creato una commissione consultiva presso il ministero per lavorare contemporaneamente rispetto ai lavori parlamentari sui contenuti dei decreti: “Voglio che non solo l’abolizione dei test, ma anche il semestre, parta dall’anno accademico 2025-2026″, aveva anticipato Bernini, per la quale la novità mette uno stop anche al “turismo o esilio universitario, che spinge i nostri giovani a studiare all’estero, ed alla carenza dei medici in corsia”. L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per l’Ssn. Il disegno di legge di delega al Governo mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti.

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