Un altro bracciante indiano morto: imprenditore indagato per caporalato e omicidio a Taranto

La vittima è Rajwinder Sidhu Singh, 38 anni, morto a maggio in una vicenda che ricorda quella del collega di Latina. Si attendono i risultati dell’autopsia.

Taranto – Dopo la tragedia della morte di Satnam Singh, il bracciante di Latina abbandonato agonizzante con un braccio amputato – vicenda che ha portato il suo datore di lavoro, Antonello Lovato, in manette per omicidio doloso – , un altro imprenditore agricolo finisce nei guai, indagato dalla procura di Taranto per omicidio colposo e caporalato.

L’inchiesta riguarda la morte di un altro bracciante agricolo indiano di 38 anni, Rajwinder Sidhu Singh – lo stesso cognome di Satnam, ma i due non sarebbero parenti -, che il 26 maggio scorso fu portato all’ospedale San Pio di Castellaneta dopo aver accusato un malore nelle campagne di Laterza, ma quando arrivò al pronto soccorso non c’era più nulla da fare. Il proprietario del fondo aveva detto che Singh era svenuto e aveva perso conoscenza, ma il suo racconto non ha convinto il personale sanitario, che ha allertato i carabinieri.

Al vaglio dei militari tutti i dettagli del caso, a cominciare dall’ora in cui l’uomo è stato ritrovato e lo stato in cui il corpo della vittima si presentava sotto gli occhi del datore di lavoro. Il procuratore Eugenia Pontassuglia e il pm Filomena Di Tursi hanno disposto l’autopsia, che è stata eseguita molti giorni dopo in quanto era necessario attendere la notifica dell’avviso degli accertamenti tecnici irripetibili ai familiari. Ora si attendono i risultati dell’esame per comprendere le cause del decesso e stabilire se i soccorsi siano stati tempestivi.

Intanto, la salma di Rajwinder Sidhu Singh è tornata in patria un mese dopo, il 26 giugno, dopo che i familiari del bracciante sono giunti in Italia e hanno ottenuto il nulla osta.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa