Ugl Metalmeccanici: “Stop ai motori nel 2035, rischio per l’Italia”

Spera avverte: “Senza una revisione delle regole UE sull’auto, 70mila lavoratori a rischio. Serve un piano concreto”.

Roma – “L’Ugl Metalmeccanici, considera che secondo quanto dedotto dal Consiglio europeo dell’Ambiente del 21 ottobre, è allarmante sostenere senza riserve il mantenimento del divieto di vendita di veicoli termici nuovi a partire dal 2035, in conformità al regolamento europeo (UE) 2019/631: la priorità della decarbonizzazione certo è vista come un passaggio inevitabile per conciliare aspetti ambientali e occupazionali, ma richiede una gestione che protegga i lavoratori”.

Lo sostiene il Segretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera che afferma, “Bisogna con urgenza intervenire, poiché non sono più sostenibili le attuali limitazioni imposte dal regolamento UE sulle emissioni di CO2, che prevedono sanzioni insostenibili e la cessazione della produzione di motori endotermici entro il 2035.

Se non si agisce in maniera drastica ce’ il reale rischio per l’occupazione industriale in Italia. È necessaria un’azione politica concreta e una revisione delle politiche esistenti, come quella riguardante la data di stop ai motori endotermiciFrancia e Spagna stanno agendo in maniera unilaterale e pericolosa, essi sono favorevoli al mantenimento dell’attuale quadro normativo ignorando di fatto gli aspetti di sostenibilità sociale che ogni scelta politica dovrebbe considerare.

L’Unione Europea, in questi anni, nulla ha fatto affinché si ripartisse con misure adeguate per accompagnare e per sostenere questa battaglia a tutela del lavoro, dell’industria e del futuro delle automotive in Europa. Ci sono in bilico solo in Italia oltre 70.000 lavoratori a rischio licenziamento se non si rivedere l’intero impianto regolatorio, con l’obiettivo di coniugare la riduzione delle emissioni di CO2 con la salvaguardia dell’industria e dell’occupazione.

Stellantis acceleri l’attuazione del piano industriale presentato il 17 dicembre 2024 e, al contempo, rafforzi la propria strategia in Italia con nuovi modelli e ulteriori investimenti. Un quadro normativo rivisto consentirebbe la definizione di impegni precisi e concreti, senza ulteriori rinvii. Vista la situazione di difficoltà in termini di volumi produttivi e occupazionali, riteniamo urgente una soluzione in questa direzione.

Chiediamo al Governo italiano di intervenire con decisione a livello europeo per promuovere la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2. Tutto questo mentre i gruppi europei si devono attrezzare per convertire all’elettrico le loro linee di montaggio entro il 2035. Siamo monchi di  infrastrutture, assenti sugli investimenti nella componentistica e, soprattutto, manca una strategia efficace contro le pratiche di dumping attuate sistematicamente dai costruttori cinesi.

Questa politica confusionaria europea su  normative incerte sta generando per l’Ugl Metalmeccanici problemi sia per i produttori sia per i consumatori: anche il CEO di Stellantis, Antonio Filosa, ha evidenziato le difficoltà nel dare risposte concrete a quanto il nostro sistema oggi esige, con legittime richieste, di nuovi investimenti e nuovi modelli per gli stabilimenti italiani.

Stellantis prosegua spietatamente con il piano industriale presentato il 17 dicembre 2024 senza ulteriori rinvii e nel frattempo chiediamo al Governo italiano di intervenire con decisione a livello europeo per promuovere la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2. Sul dossier auto l’Italia ha posto fin dall’inizio, con forza e coerenza, la necessità di rivedere le regole del Green Deal.

Da tre anni è stato chiesto all’Europa di agire, dall’inizio della legislatura. Un anno fa con un ‘non paper’ fù chiesto proprio dal Ministro del Made in Italy Urso di rimuovere l’ostacolo delle super-multe e di anticipare la revisione del regolamento CO2. Ora però non è più tempo di discussioni.

Serve, conclude Spera, centralità della filiera con una politica che incentivi il rinnovamento del parco auto racchiudendo il tutto in un dossier strategico perché l’industria automobilistica è la prima industria europea dove il settore rappresenta un pilastro dell’economia, da cui dipendono milioni di posti di lavoro. Necessità un approccio pragmatico che dia risposte puntuali per auto, veicoli leggeri, pesanti e flotte aziendali introducendo il principio di neutralità tecnologica, valorizzando tutte le soluzioni motoristiche in grado di contribuire alla decarbonizzazione”.