Problemi nella morgue di Udine, saltano i frigoriferi: il cadavere è putrefatto, impossibile l’autopsia

Guai tecnici al cimitero San Vito mettono a rischio le indagini giudiziarie. Era successo anche con la salma di Alessandro Venier, ucciso e fatto a pezzi: il corpo era troppo scongelato. La Procura aveva ricevuto rassicurazioni sull’idoneità della struttura.

Udine – Ancora disagi al cimitero San Vito, dove le apparecchiature della sala settoria continuano a presentare malfunzionamenti, mettendo a rischio lo svolgimento delle autopsie. Per la seconda volta in pochi giorni, infatti, le operazioni non sono state eseguite regolarmente.

Il primo episodio aveva riguardato il caso di Alessandro Venier, l’uomo ucciso e smembrato a Gemona dalla madre e dalla compagna: la sua salma, non estratta in tempo dalla cella frigorifera, era rimasta parzialmente congelata, costringendo i periti a rimandare l’avvio dell’esame.

Ieri si è verificata la situazione opposta: in un altro procedimento giudiziario, il corpo di una persona era già in avanzato stato di putrefazione, rendendo impossibile l’autopsia. Si tratta di un uomo di 69 anni, investito da un’auto il 9 luglio e deceduto in casa il 9 agosto successivo, dopo essere stato ricoverato e dimesso dall’ospedale di Udine il 28 luglio. I familiari, difesi dall’avvocato Nicola Piovano Franz, avevano chiesto alla Procura che fosse effettuata l’autopsia per verificare se la morte poteva essere stata causata dalle conseguenze del sinistro oppure poteva essere legata alle cure praticate in ospedale. Ma l’esame, date le condizioni della salma, non è stato possibile.

Questi inconvenienti rischiano di compromettere il regolare andamento delle indagini giudiziarie, che spesso si basano proprio sugli esami autoptici per stabilire dinamiche e responsabilità. Una circostanza ancor più grave se si considera che, pochi giorni fa, il Comune aveva comunicato alla Procura la piena idoneità della struttura per l’espletamento delle autopsie.

Secondo quanto riporta il Gazzettino, invece, la sala settoria risulterebbe priva anche di un gruppo di continuità, utile a garantire una costante fornitura di energia elettrica alle celle frigorifere.

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