Non fu un incidente: il 32enne Soiyt Abdelilah annegò nell’Oglio tentando di fuggire a un agguato armato. Il movente legato al controllo della narcotraffico tra Brescia e Bergamo.
Brescia – Non fu una tragica fatalità la morte di Soiyt Abdelilah, il giovane di 32 anni ritrovato cadavere nel fiume Oglio a Pontoglio, in provincia di Brescia, il 13 aprile scorso. A distanza di oltre un mese, le indagini dei carabinieri della Compagnia di Chiari hanno fatto emergere una verità ben più drammatica: si è trattato di omicidio. E la vittima sarebbe caduta in un agguato.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Soiyt Abdelilah e un suo parente connazionale sarebbero stati attirati in un’imboscata lungo le sponde del fiume, nella serata del 12 aprile 2025. I due sarebbero stati circondati e aggrediti da un gruppo di uomini, con l’uso anche di armi da fuoco. Nel disperato tentativo di mettersi in salvo, Soiyt si sarebbe gettato nel fiume, dove ha trovato la morte per annegamento. Il suo corpo, con una ferita alla nuca, è stato recuperato solo il giorno successivo dai Vigili del Fuoco.
Arrestato un marocchino per omicidio
Un cittadino marocchino è stato arrestato per l’agguato: a suo carico le accuse di omicidio, tentato omicidio aggravato e detenzione illegale di armi. Le indagini, coordinate dalla Procura, hanno permesso di identificare anche altri soggetti coinvolti, su cui pende lo stesso impianto accusatorio.
Il movente: una faida per il controllo dello spaccio
Dietro la violenta aggressione, secondo gli investigatori, ci sarebbe una faida interna alla comunità nordafricana legata al controllo del traffico di droga nella zona di confine tra le province di Brescia e Bergamo. Un regolamento di conti tra gruppi rivali, che avrebbe portato all’agguato mortale contro Soiyt Abdelilah e il suo familiare.
Le indagini proseguono per ricostruire l’intera rete dei responsabili e chiarire le dinamiche criminali alla base dell’agguato.