Alessandro Venier Lorena Venier

Ucciso e fatto a pezzi a Gemona, la compagna: “Affidate mia figlia alla nonna in Colombia”

La richiesta durante un’udienza in videocollegamento. La donna è in carcere per omicidio. Intanto la piccola di sei mesi è affidata a una struttura protetta. Venerdì nuovo sopralluogo nella villetta degli orrori.

Udine – Si complica e si intreccia sempre di più il caso legato all’omicidio di Alessandro Venier, il 34enne trovato fatto a pezzi nella casa di famiglia a Gemona. Durante un’udienza in videocollegamento tra l’Istituto a custodia attenuata per madri detenute di Venezia e il Tribunale per i minorenni di Trieste, Mailyn Castro Monsalvo, compagna della vittima e ora in carcere con l’accusa di aver ucciso il marito insieme alla suocera Lorena Venier, ha espresso il desiderio che la figlia di sei mesi possa essere affidata alla nonna materna, residente in Colombia.

La decisione in merito verrà presa nei prossimi giorni, ma nel frattempo la piccola resta accudita in una struttura specializzata, individuata dai Servizi sociali del Comune di Gemona del Friuli, in provincia di Udine.

Nuove indagini e sopralluoghi nella villetta dell’orrore

Nel frattempo proseguono le indagini sull’efferato omicidio. Per venerdì 8 agosto è previsto un nuovo sopralluogo dei carabinieri del Ris di Udine nella villetta, alla ricerca di riscontri alla confessione rilasciata da Lorena Venier, la madre di Alessandro, attualmente detenuta nel carcere femminile del Coroneo a Trieste.

La 61enne avrebbe ammesso, in una confessione agghiacciante, di aver ucciso il figlio con la complicità di Mailyn, e di aver successivamente sezionato il cadavere in tre parti, immerso in un bidone e coperto di calce viva. Una versione dei fatti che gli investigatori stanno verificando nei minimi dettagli.

Lettere dal carcere e attesa per l’autopsia

Sempre dal carcere, Lorena Venier ha inviato alcune lettere a familiari e conoscenti, il cui contenuto non è stato reso pubblico dal suo legale, che ha preferito non commentare. Lettere che potrebbero contenere ulteriori elementi per comprendere lo stato mentale della donna o i rapporti all’interno della famiglia.

Per quanto riguarda l’autopsia sui resti della vittima, l’incarico sarà conferito solo martedì 12 agosto presso la Procura di Udine, oltre una settimana dopo rispetto a quanto inizialmente preventivato. Solo dopo quell’esame si potranno avere certezze scientifiche sulle cause della morte, sul momento esatto in cui è avvenuta e sulle eventuali modalità del sezionamento del corpo.

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