Ucciso dalla moglie e dal migliore amico: ergastolo agli “amanti diabolici” di Cerda

Carlo La Duca, imprenditore agricolo, era sparito nel nulla il 19 gennaio del 2019. Il cadavere non è stato mai ritrovato.

PALERMO – Fine pena mai per gli amanti diabolici. La corte d’Assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, ha condannato all’ergastolo, lo scorso 19 aprile, Luana Cammalleri e Pietro Ferrara accusati di avere ucciso il marito della donna, Carlo La Duca, e di averne fatto sparire il cadavere, mai rinvenuto. I due imputati erano presenti alla lettura del verdetto, in due gabbie diverse separate da un vetro, ma non hanno avuto reazioni evidenti. La Duca, imprenditore agricolo era sparito nel nulla il 19 gennaio del 2019. L’uomo era uscito di casa alle 8.07 per andare a Cinisi dove avrebbe dovuto incontrare la nuova compagna, Cetty Mazzola, con la quale trascorrere il fine settimana. Prima di arrivare a destinazione l’imprenditore agricolo si sarebbe fermato nel terreno di Sergio Ferrara a Ciaculli.

Carlo La Duca

Qui, secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri Alfredo Gagliardi e Luisa Vittoria Campanile, La Duca sarebbe stato assassinato. In che modo i due imputati si sono disfatti del cadavere del povero agricoltore rimane un mistero. Il tragitto della Volkswagen di La Duca era stato seguito grazie al rilevatore Gps. L’auto era stata poi ritrovata in via Salvatore Minutilla, nel capoluogo siciliano. L’ultima persona che aveva visto vivo l’imprenditore sarebbe stato proprio l’amico Ferrara. Alle 10.48 l’auto sarebbe ripartita. Secondo l’accusa La Duca era già morto dunque a guidare il veicolo era lo stesso Ferrara. Dietro, in una Fiat Punto bianca, ci sarebbe stata Luana Cammalleri, l’ex moglie che avrebbe partecipato al delitto, che seguiva il suo amante. Non è chiaro nemmeno il movente dell’omicidio. Si era parlato oltre che di delitto passionale di un omicidio a sfondo economico forse legato all’eredità dell’azienda agricola di La Duca.

Una volta morto l’agricoltore la moglie avrebbe ereditato un consistente patrimonio ma anche questa motivazione, evidentemente, non ha retto in giudizio. I due amanti avevano un rapporto sentimentale da diverso tempo e si sarebbero messi d’accordo sulle dichiarazioni da rendere sia agli inquirenti, sia ai giornalisti che li avevano intervistati sin dalla strana sparizione di La Duca. Davanti alle telecamere di Rai e Mediaset, oltre a quelle delle televisioni siciliane, la coppia adulterina avrebbe finto dolore e preoccupazione per la scomparsa dell’imprenditore mettendo su una vera e propria messinscena plateale.

Luana Cammalleri e Pietro Ferrara

Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali operate dai carabinieri i due amanti si raccontavano l’un l’altro, e più volte, di aver sognato La Duca mentre tornava a casa e riferivano a parenti, amici e conoscenti i particolari di questi presunti sogni poi risultati fasulli. Forse studiati ad arte per apparire attaccati affettivamente all’uomo che non dava più notizie di sé. I sogni, però, si sarebbero trasformati in indizi per la magistratura inquirente poiché i due fedifraghi avrebbero saputo benissimo che il povero La Duca non sarebbe mai più tornato a casa atteso che sarebbero stati proprio loro a sbarazzarsene per vivere la loro relazione adulterina in tutta tranquillità. Sulla fine del corpo sia Cammalleri che Ferrara non hanno mai riferito nulla poiché dall’inizio dell’inchiesta i due imputati, difesi dagli avvocati Giovanni Marchese e Accursio Gagliano, si sono sempre professati innocenti.

La loro versione dei fatti, però, non ha mai convinto gli inquirenti e, a ben vedere, nemmeno i giudicanti di primo grado. All’epoca dei fatti sarebbe stato aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per l’identificazione di eventuali complici che avrebbero materialmente eseguito l’omicidio dopo aver teso un agguato all’imprenditore, definito “la Bestia” dai due amantidiabolici”. La coppia avrebbe anche acquistato telefonini con schede di comodo per evitare intercettazioni e quando parlavano, spesso, si mettevano davanti a sorgenti sonore per camuffare la loro voce. Ma nulla vieta che ad ammazzare il povero la Duca siano stati proprio gli odierni condannati:

Concetta Grispino

“L’ho detto fin dal primo momento che erano stati loroha detto Concetta Grispino, la mamma di Carlo La Duca – Si fingevano amici. Mio figlio non me lo restituirà più nessuno, ci sono due figli senza un padre. Perché, perché? Mio figlio non aveva nemici, lo stimavano tutti, tutti. E non lo vedrò più”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa