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Uccise Santa Scorese nel 1991, ora è stalker della sorella ma libero per “incapacità”

La donna denuncia: è “una situazione di ansia profonda che pervade me e tutta la famiglia, c’è la paura di ritrovarcelo davanti”.

Roma – Forse in pochi ricordano l’omicidio di Santa Scorese, la giovane attivista cattolica uccisa a coltellate nei pressi della sua abitazione di Palo del Colle, in provincia di Bari, il 15 marzo del 1991. A ricordare quella tragedia però, nel 2024 è Giuseppe Di Mauro, che 33 anni dopo sta perseguitando e stalkerizzando anche la sorella della vittima, ma che essendo stato giudicato incapace di intendere e di volere si trova attualmente in libertà. A Storie Italiane l’incredibile vicenda dello stalking e omicida di  Santa Scorsese, Giuseppe Di Mauro, che prosegue nella sua scia di terrore.

Rosa Maria, sorella di Santa, è stata intervistata stamane dal programma di Rai Uno: “E’ una situazione di ansia profonda che pervade me e tutta la famiglia – ha raccontato la donna – ma anche dall’intera comunità, c’è la paura di ritrovarci per strada questa persona all’improvviso, visto che nel frattempo che si possa trovare una soluzione giuridica di Giuseppe Di Mauro in una Rems è un uomo libero, più libero di me”. E ancora: “La sua fissa è definita delirio bizzarro dalla psichiatra, il suo perseguitare me è legata sempre alla possibilità di avere un contatto con la famiglia di Santa Scorese, disturbando la tranquillità della nostra famiglia”.

Rosa Maria Scorese ha proseguito: “Nel 2022 ha inviato una raccomandata via web a mia cugina, pregandomi di farmela recapitare e indicando in maniera lucidamente folle l’indirizzo di un professor di Harvard capace di riportare in vita le persone e questa cosa mi aveva molto destabilizzata”. Per l’omicidio di Santa Scorese fu giudicato incapace di intendere e di volere, il giudice dispose il suo ricovero per dieci anni in un ospedale psichiatrico e dopo fu sottoposto a libertà vigilata e a cure psichiatriche.

Finito il periodo di libertà vigilata avrebbe cominciato a perseguitare la famiglia della sua vittima, in particolare la sorella, recapitandole una lettera dalla quale si capisce che l’uomo è informato sulla vita della sorella di Santa, che dopo il delitto è molto impegnata anche in iniziative pubbliche per la lotta contro la violenza sulle donne”. Nella lettera Di Mauro forniva dettagli sul numero di coltellate utilizzato per uccidere Santa, e spiegava che “se Santa mi avesse pregato di non ucciderla, io non l’avrei uccisa”.

Poi chiede a Rosa Maria di far rinascere sua sorella attraverso una sorta di clonazione e fornisce indicazioni anche sul medico genetista cui rivolgersi negli Stati Uniti. La lettera è stata poi seguita da messaggi sui social fino a che Rosa Maria, denunciando l’accaduto, ha consentito l’arresto dell’uomo. Nei confronti di Santa Scorese, che all’epoca dell’omicidio aveva 23 anni, la Chiesa ha avviato il processo di beatificazione e sulla sua storia è stato anche realizzato un film.

Anche la madre della vittima ha avuto qualcosa da dire. La signora Angela prosegue: “Spero che lo mettano da qualche parte dove non possa nuocere più a nessuno”. Secondo lei “Era diabolico, era un diavolo, e sono convinta che lo sia ancora, ed è questa la paura. Lui è capace di tutto, anche a bussare alla porta, come già faceva, una volta l’ho rincorso con un ombrello… Mai avrei pensato che dopo 33 anni sarebbe tornato alla carica”.

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