Uccide la compagna a coltellate

A lanciare l’allarme sono stati alcuni conoscenti della donna, che non avevano più sue notizie. In passato la vittima aveva denunciato episodi di violenza domestica.

Verona – Una donna di origini brasiliane è stata trovata morta nella casa che condivideva con il compagno a Castelnuovo del Garda, nel veronese. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo l’avrebbe aggredita con un’arma da taglio nel corso di una lite furibonda, infliggendole diverse coltellate mortali. A lanciare l’allarme sono stati alcuni conoscenti della donna che, non avendo sue notizie da sabato scorso e preoccupati per il prolungato silenzio, hanno deciso di chiamare i soccorsi. All’arrivo del personale sanitario e delle forze dell’ordine, per la vittima non c’era ormai più nulla da fare.

Il compagno della donna, anch’egli di nazionalità brasiliana, non si trovava nell’abitazione quando è stato scoperto il corpo senza vita. I carabinieri lo hanno però localizzato poco dopo e proceduto al suo arresto con l’accusa di omicidio. Gli specialisti del Ris sono intervenuti sul luogo del delitto per effettuare tutti i rilievi tecnici necessari alle indagini, mentre il coltello utilizzato per il crimine è stato posto sotto sequestro. Sarà compito del medico legale determinare con esattezza il momento in cui si è consumato il femminicidio.

La storia della coppia era segnata da tensioni e violenze. La donna aveva preso residenza in quella casa circa diciotto mesi prima, dopo che l’uomo aveva provveduto ad acquistarla. Tuttavia, la convivenza si era rivelata tutt’altro che serena: la vittima aveva già cercato aiuto rivolgendosi ai carabinieri per segnalare comportamenti violenti e maltrattamenti subiti dal partner, ma successivamente aveva scelto di fare un passo indietro, rinunciando all’azione legale.

Le conseguenze del clima di violenza in cui viveva la donna avevano avuto ripercussioni anche sul suo rapporto con la figlia minore, nata da una relazione precedente. A causa dell’ambiente familiare considerato pericoloso, l’autorità giudiziaria aveva accolto l’istanza del padre biologico della bambina, revocando alla donna la custodia della piccola.