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Turetta, i genitori rinunciano al colloquio in carcere. Gli audio: Giulia aveva paura

Dai messaggi raccolti risulterebbe che Filippo stava addosso alla ragazza e voleva impedirle di vedere le amiche, era geloso e possessivo. E l’avrebbe intimidita e minacciata più volte.

Verona – Nicola Turetta ed Elisabetta Martini, i genitori di Filippo, hanno rinunciato ad incontrare il figlio, detenuto nel carcere di Montorio Veronese per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, da lui uccisa a coltellate l’11 novembre scorso. I Turetta avevano ottenuto dal pm Andrea Petroni il permesso di visitare il figlio nella casa circondariale, ma non hanno seguito l’avvocato Giovanni Caruso per il colloquio, che quindi ha incontrato il ragazzo da solo. La rinuncia sarebbe stata motivata con la necessità di ricorrere a un aiuto psicologico, sia per il giovane che per i due genitori.

Filippo era geloso e possessivo e Giulia aveva paura di lui

Intanto dai documenti audio raccolti dai legali della famiglia della vittima per aiutare le indagini della Procura di Venezia emerge come Filippo, negli ultimi tempi, avesse cercato insistentemente di allontanare Giulia dalle sue amiche oltre che dalla famiglia, perché era “geloso” e “possessivo”, anche dopo la fine della loro relazione. Nelle ultime settimane prima dell’omicidio la giovane, a seguito di atteggiamenti e comportamenti dell’ex, aveva manifestato crescente ansia e paura che le potesse succedere qualcosa.

Filippo, il rompicapo della perizia psichiatrica

Per Turetta sarà comunque difficile in questa fase del procedimento ottenere che una perizia psichiatrica per accertare la sua eventuale incapacità, anche parziale, di intendere e volere al momento dell’omicidio. Nessuna istanza è stata infatti depositata, per ora, dalla difesa al gip. Non risultano peraltro per Turetta diagnosi pregresse di problemi mentali, e anche sulla base delle prime valutazioni psicologiche e psichiatriche in carcere, è improbabile che un’istanza di perizia possa essere accolta in questa fase.

Se fosse riconosciuta l’incapacità totale, Filippo non sarebbe imputabile

Ieri il ragazzo aveva ammesso spontaneamente l’omicidio davanti al gip Benedetta Vitolo, dicendosi “affranto” e pronto a “pagare” per le sue responsabilità. Tuttavia diversi elementi potrebbero far ritenere che la linea difensiva punterà da un lato ad escludere la premeditazione, su cui la Procura di Venezia ha diversi indizi, e dall’altro a verificare eventuali vizi di mente del giovane. Se nel processo fosse riconosciuta un’incapacità totale, Filippo verrebbe assolto per la non imputabilità, mentre un vizio parziale porterebbe ha uno sconto di pena.

Filippo Turetta e la sua vittima, l’ex fidanzata Giulia Cecchettin

Bisogna anche capire se nei prossimi giorni la difesa di Turetta si renderà disponibile per un interrogatorio del giovane davanti ai pm. Anche perché gli inquirenti, nell’inchiesta condotta dai carabinieri, devono approfondire molti punti, come le modalità dell’aggressione e della lunga fuga del giovane. Al momento non è ancora chiaro se il giovane sceglierà o meno di rispondere alla domande del pm.

La data del funerale di Giulia sarà decisa dal padre

Si attende intanto l’autopsia sul corpo di Giulia, che sarà effettuata il primo dicembre. La data dei funerali della ragazza sarà decisa dal papà, Gino Cecchettin. A stabilirlo è il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto a Padova.

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