Turetta: “Ho rincorso Giulia, mi sono messo sopra di lei e le ho dato diverse coltellate”

A Quarto Grado gli agghiaccianti stralci dell’interrogatorio del giovane il primo dicembre davanti agli inquirenti: “Mi ero accorto che le avevo dato una coltellata sull’occhio, e la cosa mi faceva troppo senso. Quindi ho smesso. Pensavo non ci fosse più…”

Venezia – Pochi giorni prima dell’inizio del processo, che si celebrerà da domani a Venezia, venerdì sera la trasmissione tv “Quarto Grado” in onda su Retequattro ha mostrato in esclusiva parte del video dell’interrogatorio, durato in tutto circa 7 ore, in cui il 1° dicembre 2023 il giovane, nel carcere Montorio di Verona, racconta agli inquirenti i dettagli dell’omicidio. di Giulia Cecchettin Ore in cui il giovane, rispondendo alle domande, non ha mai versato una lacrima e ha parlato rivolgendo spesso lo sguardo a terra.

“Mentre andavamo da Vigonovo a Fossò [Giulia] si è un po’ alzata e si è messa seduta. Urlava e io ho rallentato, quasi a fermarmi in mezzo alla strada. Poi ha iniziato a dirmi “Cosa stai facendo? Sei pazzo, lasciami andare”. Si stava toccando un po’ la testa… ho provato a metterle un pezzo di scotch in bocca”, ha rivelato in un passaggio.

Turetta ha poi descritto i particolari dell’omicidio:

“Sì, avevo preso un coltello… un altro coltello… dal sedile del passeggero. Entrambi li avevo presi prima e ho iniziato a rincorrerla. Ero sempre più vicino a lei e non so se io l’abbia un po’ spinta o se lei sia inciampata correndo. È caduta, mi sono abbassato sopra di lei… lei continuava ovviamente a urlare “aiuto”. Ho iniziato a colpirla con il coltello e le ho dato, non so, una decina, 12, non so… comunque diversi colpi col coltello. Volevo colpire il collo, sopra il collo, sulle spalle e poi sulla testa… cioè, sulla faccia… e poi sulle braccia. Era rivolta verso di me”.

Spiega come l’ha colpita mentre lei cercava disperatamente di proteggersi con le braccia:

“Si proteggeva dove la stavo colpendo, sul collo e sul volto, in generale si copriva con le braccia. Si stava un po’ proteggendo e chiudendo e potrei anche averla colpita sulla nuca. Sicuramente, l’ultima coltellata che le ho dato era tipo nella zona vicino all’occhio. Ho smesso subito… non avrei dovuto colpirla in certi punti… un po’ perché mi ero accorto che le avevo dato una coltellata sull’occhio, e la cosa mi faceva troppo senso, e quindi ho smesso… pensavo non ci fosse più…”.

Quindi racconta agli inquirenti di quando si è reso conto di quello che aveva fatto:

“Non avrei mai pensato di farle questo. Ho spento il suo cellulare, non riuscivo a trovarlo: ho provato a scuoterla… a urlarle, ma non rispondeva. Ho gettato il coltello e il suo telefono. A poca distanza da Fossò mi sono accorto che stavo sporcando un po’: ho guardato e ho visto che mi usciva un po’ di sangue. Mi ero reso conto di quello che avevo fatto… volevo allontanarmi il più possibile”.

Poi Turetta racconta la fuga con il corpo di Giulia, la ricerca del posto dove sbarazzarsene e i propositi suicidi, quasi subito abortiti:

“Avevo pensato di allontanarmi verso la montagna. Avevo cercato un luogo abbastanza isolato, sia per nasconder il corpo e per magari provare a suicidarmi. Oppure per pensare a cosa fare, come fare, e poi sono arrivato lì, dove è stata trovata. Mi sono fermato in mezzo alla strada. Ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi, anche dopo averlo legato con lo scotch, ma non sono riuscito. L’ho strappato all’ultimo. Non sono molto coraggioso… anche i giorni successivi ci provavo, ma rimandavo sempre la cosa a ore dopo, al giorno dopo. L’ho presa e ho iniziato a nasconderla: era dietro, non sui sedili, sugli spazi dietro nella macchina. Non riuscivo… poi cadeva… e allora l’ho messa in quella zona dove è stata trovata”.

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