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Turetta domani in Italia: isolato e sorvegliato, rischia l’ergastolo

La decisione presa per evitare possibili atti autolesionistici. L’omicida acquistò del nastro adesivo online e forse fece un sopralluogo nel parcheggio dove sarebbe avvenuto il delitto.

Venezia – Filippo Turetta, l’omicida reo confesso di Giulia Cecchettin, sarà estradato domani e quando arriverà nel carcere di Venezia – a portarlo in Italia dalla Germania sarà un volo dell’Aeronautica Militare – verrà collocato in una cella singola, sorvegliato a vista 24 ore su 24, come già nel carcere di Halle, per evitare gesti autolesionistici, come previsto per detenuti per casi simili. L’interrogatorio di garanzia deve essere ancora fissato, ma non si terrà prima di lunedì: la data sarà stabilita probabilmente domani, dopo che Turetta sarà stato consegnato alle autorità italiane.

Filippo Turetta e la sua vittima, l’ex fidanzata Giulia Cecchettin

Filippo acquistò online del nastro adesivo simile a quello trovato sul luogo del delitto

Intanto l’inchiesta sul delitto procede rivelando nuovi particolari sulle modalità con cui Filippo ha eseguito il brutale assassinio di Giulia, massacrata la notte di sabato 11 novembre con venti coltellate dopo una lite e poi “scaricata” in un canalone del lago di Barcis, nel Pordenonese, dove il corpo è stato trovato una settimana fa. Turetta avrebbe acquistato online del nastro adesivo compatibile con quel pezzo di scotch che è stato ritrovato nella zona industriale di Fossò (Venezia) dove Giulia fu subì l’ultima e fatale aggressione. L’acquisto sarebbe stato effettuato due o tre giorni prima dell’11 novembre, data del delitto. Gli inquirenti sono quindi al lavoro per valutare di contestare all’assassino l’aggravante della premeditazione e anche il reato di occultamento del cadavere.

Per Filippo probabile l’aggravante della premeditazione, rischia l’ergastolo

Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha portato al mandato d’arresto europeo, emessa dal gip di Venezia Benedetta Vitolo su richiesta del procuratore Bruno Cherchi e del pm Andrea Petroni, vengono contestati allo stato l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva, terminata perché Giulia aveva lasciato Turetta la scorsa estate, e il sequestro di persona.

Nelle integrazioni delle indagini, però, diversi elementi potrebbero portare l’accusa a contestare a Turetta anche l’aggravante della premeditazione. Tra questi, oltre all’acquisto del nastro adesivo, anche l’uso di diversi coltelli portati con sé e un presunto sopralluogo che il giovane fece quel pomeriggio a Fossò prima di incontrare l’ex fidanzata. Aggravante che porterebbe la pena massima prevista all’ergastolo, con l’impossibilità, da codice, di chiedere il rito abbreviato. Inoltre, la Procura potrebbe contestare anche il reato di occultamento del corpo che Turetta nascose in un’area boschiva in una zona montuosa in provincia di Pordenone, vicino al lago di Barcis, a due ore circa di macchina da Vigonovo. Corpo sul quale aveva collocato anche dei teli di plastica.

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