Recuperata dalla polizia anche la refurtiva.
Verona – Nel primo pomeriggio di venerdì 6 dicembre, la Polizia di Stato ha arrestato in flagranza due italiani, rispettivamente di 26 e 30 anni, indagati per il reato di truffa aggravata ai danni di una donna ottantenne, commesso nella tarda mattinata a Lumezzane (BS). Gli stessi individui si erano già resi protagonisti di analoghi episodi il 4 dicembre a Casaleone (VR) e il 5 dicembre a Riva del Garda (TN). Il risultato è stato possibile grazie a una rapida ed efficace collaborazione tra le Squadre Mobili di Brescia e Verona e il Commissariato di P.S. di Riva del Garda, che ha permesso di agire con tempestività su tre province.
La vicenda ha avuto inizio il 5 dicembre, quando i poliziotti di Riva del Garda sono intervenuti per una truffa ai danni di una donna di 74 anni. La vittima, ingannata telefonicamente da un finto avvocato che le aveva riferito dell’arresto del fratello da parte dei Carabinieri, aveva consegnato denaro e gioielli, tra cui la fede nuziale, a un giovane che si era presentato come emissario del legale. Le indagini hanno portato al rintraccio del veicolo utilizzato dai malfattori, localizzato nella provincia di Brescia, e all’identificazione dei due autori, intercettati durante la fuga successiva a una seconda truffa commessa nel Comune di Lumezzane con lo stesso modus operandi.
Con l’intervento della Squadra Mobile di Verona, i due sono stati fermati dopo un lungo pedinamento nei pressi di una struttura ricettiva a Verona, dove avevano fissato la propria dimora. La perquisizione del veicolo e della stanza ha consentito di recuperare tutta la refurtiva. Nel veicolo, nascosti in vari punti, sono stati trovati 10.000 euro in contanti e 77 monili in oro, molti dei quali occultati in un paio di scarpe ginniche. Contestualmente, è stato accertato che i due si erano resi responsabili di un’altra truffa, commessa il 4 dicembre a Casaleone, ai danni di una donna di 72 anni. I due uomini sono stati arrestati con l’accusa di truffa aggravata e condotti presso la Casa Circondariale di Montorio a Verona. La refurtiva, già riconosciuta dai legittimi proprietari, sarà restituita nei prossimi giorni.