È stato estradato l’imprenditore carrarese Flavio Lazzini, balzato agli onori della cronaca negli anni passati per la commissione di vari reati economici finanziari.
Massa Carrara – L’imprenditore, classe 1961, già condannato da più Tribunali dell’Italia Centro-Settentrionale, era stato destinatario di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Massa di espiazione della pena residua di anni 17, mesi 9 e giorni 15 di reclusione per fatti, fra l’altro, di estorsione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e bancarotta fraudolenta. Emesso il provvedimento nel marzo del 2020, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Massa Carrara, dopo aver riscontrato l’assenza dello stesso sul territorio nazionale, effettuavano gli accertamenti finalizzati al rintraccio del Lazzini, raccogliendo elementi circa la sua localizzazione in Brasile, presumibilmente nella città di Fortaleza, dove aveva avviato un’attività imprenditoriale con la ditta “Flavio Lazzini Construcoes”.
La Procura della Repubblica di Massa avviava, pertanto, le procedure finalizzate a disporre, da parte del Ministero della Giustizia, le ricerche – tramite i canali di cooperazione internazionale del Ministero dell’Interno – del Lazzini in territorio estero, con la finalità di trarlo in arresto per la successiva estradizione. Le ricerche avviate consentivano di accertare che il condannato si era trasferito dal Brasile in Svizzera, nel comune di Cressier, sito nel distretto di Nauchatel, dove è stato arrestato il 20 dicembre scorso.
Il Lazzini è stato tradotto, dalla Polizia Penitenziaria, nella casa di reclusione di Milano – Opera, dove sconterà la pena di oltre 17 anni, derivante dal cumulo delle condanne disposte con 5 sentenze emesse dai Tribunali di Massa, Pisa, La Spezia e Milano, confermate, oppure in parte riformate, dai successivi gradi di giudizio. In particolare, i provvedimenti emessi dal Tribunale di Massa sono da ricondurre a due distinte indagini svolte, una nel 2009 e una nel 2016, dalla Guardia di Finanza, nell’ambito delle quali erano stati contestati i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita. In un caso, venne accertato che il Lazzini, in qualità di amministratore della Impianti Generali Edilizi Servizi Srl, dichiarata fallita dal Tribunale di Massa nel 2007, aveva ricevuto indebitamente un contributo europeo per un importo pari a oltre 809mila euro, simulando la volontà di ampliare e sviluppare l’azienda attraverso l’acquisto e la ristrutturazione di un capannone industriale sito in Carrara.
Ottenuto il contributo, il Lazzini non realizzava l’investimento immobiliare, appropriandosi di parte dell’erogazione pubblica per oltre 741mila euro, sottratte dalle casse della società e fatte transitare su un proprio conto corrente personale. Oltre a tale importo, lo stesso distraeva parte del patrimonio sociale della fallita appropriandosi di 4 autovetture concesse alla società in forza di altrettanti contratti di leasing. Il secondo contesto investigativo aveva invece consentito di accertare i reati di truffa e appropriazione indebita, in quanto il condannato, a fronte di lavori edili eseguiti dalla Evoluzione Srl di cui era stato amministratore, aveva emesso fatture per oltre 89.000 euro intestate all’omonima ditta individuale in realtà inesistente, utilizzando la Partita IVA della menzionata società e facendosi accreditare la citata somma su un proprio conto corrente personale. Inoltre, lo stesso si era appropriato indebitamente di un’autovettura di cui la menzionata Evoluzione Srl era locataria.
Tale attività conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alla criminalità economico-finanziaria, anche attraverso la cooperazione con gli organi collaterali esteri, in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria.