Il corpo della donna fu rinvenuto nel gennaio 2022 in un parco, avvolto in due grandi sacchi. La Procura aveva suffragato l’ipotesi del suicidio.
Trieste – “Il corpo di Liliana Resinovich sarà riesumato per procedere a una nuova autopsia”. Lo ha annunciato alla trasmissione televisiva “Quarto Grado” l’ex generale del Ris dei Carabinieri, Luciano Garofano, oggi consulente del marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin. Il servizio è stato ripreso e pubblicato oggi sul sito del quotidiano Il Piccolo.
La mattina del 14 dicembre 2021 Liliana Resinovich, 63 anni, uscì di casa, in via Verrocchio, a San Giovanni, dove viveva con il marito Sebastiano Visintin, per andare da Claudio Sterpin, 83 anni, ex atleta, con cui la donna aveva una relazione affettuosa, ma dove non sarebbe mai arrivata. Il corpo è stato trovato tre settimane più tardi, il 5 gennaio, a poca distanza dall’abitazione, nel boschetto nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico triestino, un luogo all’epoca molto frequentato per i tamponi legati all’emergenza Covid-19: era avvolto in sacchi neri, con due sacchetti per la spesa avvolti sulla testa. Numerose sono state le perizie svolte sul cadavere e su vari materiali e reperti ma nessuna è riuscita a individuare né dove Liliana sia stata tra il giorno della scomparsa e quello del ritrovamento del corpo, né se sia stata uccisa ed eventualmente, da chi.
Dopo lunghe indagini e numerosi esami di vario tipo, la Procura aveva suffragato l’ipotesi che Liliana si fosse suicidata ma il Gip del Tribunale Luigi Dainotti non aveva accolto la conseguente richiesta di archiviazione disponendo invece una lunga serie di approfondimenti. La Procura ha dunque incaricato l’antropologa forense Cristina Cattaneo, di effettuare una perizia sul cadavere della donna per stabilire la causa della morte.