La polizia tedesca ha dato esecuzione al mandato di arresto europeo nei confronti di Wolfgang Rieke accusato di aver investito e non soccorso Davide Rebellin mentre si stava allenando lo scorso 30 novembre. Il ciclista è poi morto in seguito ai traumi riportati.
Vicenza – Il ciclista, con una carriera da professionista alle spalle, si stava allenando con una bici da corsa e si trovava lungo la Strada Regionale 11, all’altezza di una rotatoria, in direzione di Montebello Vicentino. Una frazione di secondi e Rebellin è stato travolto e ucciso da un autoarticolato Volvo con targa tedesca. Rebellin, come dichiarato dopo l’esame autoptico, è deceduto a causa di un gravissimo politrauma da schiacciamento e a lesioni viscerali emorragiche.
Dopo i primi accertamenti sul luogo dell’incidente, la procura aveva immediatamente avviato l’indagine acquisendo anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona che hanno permesso loro di ricostruire con dovizia di particolari l’accaduto. A questo si sono unite anche le testimonianze di chi era presente e ha soccorso il ciclista. I testimoni avevano raccontato di quel conducente del mezzo pesante che era sceso, si era avvicinato alla vittima ed era poi risalito sul camion per darsi alla fuga. I presenti lo avevano anche fotografato. Da qui sono riusciti a risalire all’identità dell’uomo, grazie anche alla collaborazione con l’Agenzia delle entrate e al centro di cooperazione della polizia di Italia, Austria, Slovenia e di Thorl Maglern. Si è così risaliti all’impresa di spedizione tedesca con sede a Recke proprietaria del camion e al conducente che lo guidava.
La procura, tramite Eurojust, ha quindi trasmesso un ordine di indagine europeo alla procura distretturale di Munster chiedendo il sequestro dell’autoarticolato e del suo rimorchio. Provvedimento che il 28 dicembre del 2022 è stato eseguito dal commissariato di Polizia stradale di Greven. Il 20 gennaio 2023 i militari del Comando provinciale di Vicenza ed il consulente tecnico nominato per la ricostruzione della dinamica dell’incidente sono andati nel luogo dove il camion era custodito e, con il supporto del commissariato di polizia stradale tedesco, hanno analizzato il veicolo e acquisito la documentazione realtiva. Qui hanno notato che in corrispondenza delle parti plastiche del mezzo c’erano delle deformazioni compatibili con l’urto della bicicletta e il corpo del ciclista e anche che, di recente, il camion era stato lavato con una soluzione altamente acida. Inoltre, all’autorità tedesca, risultava che dopo il rientro in Germania, il camion non avesse più collegato il rimorchio che era presente al momento dell’incidente.
La consulenza tecnica ha messo in rilievo che Rieke aveva una visibilità diretta e indiretta che gli permetteva di vedere in maniera adeguata il ciclista sulla carreggiata nei momenti che hanno preceduto l’incidente e inoltre, che il mezzo era dotato anche di una telecamera posta sulla base dello specchio del lato passeggero che sarebbe entrata in funzione autonomamente all’inserimento della freccia sul lato destro permettendogli quindi di vedere ancora meglio quello che c’era sulla strada. Secondo il consulente, con argomentazioni condivise anche dal giudice nell’ordinanza:
“Sebbene sia ravvisabile un iniziale comportamento colposo da parte di Rebellin nell’atto di inserimento sulla rotatoria avendo egli violato di fatto le disposizioni del Codice della strada che prevedevano l’obbligo di precedenza del mezzo pesante, tale violezione non ha avuto alcun rilievo causale rispetto al sinistro. In virtù dell’enorme tempo intercorrente tra questa azione omissiva comportamentale ed il successivo urto che avviene dopo non meno di 5 secondi, poiché l’utente debole è sempre rimasto davanti alla cabina del trattore stradale ad una distanza ampiamente sufficiente a poterlo vedere in relazione alla visibilità diretta sull’ampio vetro parabrezza“.
E, nell’ordinanza del Gip si legge anche che:
“Il decesso del Rebellin è pertanto da imputare esclusivamente ad una pluralità di violazioni di norme comportamentali da parte del Rieke nella conduzione dell’autoarticolato nei momenti antecedenti all’impatto con il ciclista emergendo solidi elementi per poter affermare che egli abbia violato le prescrizioni previste in tema di circolazione stradale ai sensi degli articoli 141 commi 1 e 3 e 154 comma 1 del decreto legislativo numero 285/1992 e che, da tali violazioni sia derivata casualmente la morte del ciclista”.
Il Rieke è detenuto nel carcere di Munster in stato di arresto provvisorio. Ora, stando alle disposizioni della decisione relativa al mandato di arresto europeo, operativa in tutti gli Stati dell’Unione europea, stabiliscono che la competente autorità giudiziaria (quella tedesca) deve adottare la decisione finale sull’esecuzione del mandato di arresto europeo entro 60 giorni (salvo che la persona arrestata consenta alla consegna, in questo caso la decisione deve essere presa entro 10 giorni). E, al massimo entro 10 giorni dalla decisione finale, la persona arrestata deve essere consegnata all’autorità giudiziaria dello Stato emittente.
Le dichiarazioni del comandante provinciale dei carabinieri di Vicenza, col. Giuseppe Moscati:
“È stata pienamente riconosciuta la validità dell’attività investigativa svolta dai carabinieri di
Vicenza e la conseguente richiesta di giustizia in Germania. I carabinieri, sotto la guida della locale
procura della Repubblica, hanno infatti, nell’immediatezza, identificato l’indagato per
poi ricostruire le ritenute responsabilità nell’investimento della vittima e nella repentina fuga dopo
che aveva chiaramente constatato da vicino le drammatiche condizioni del ciclista. Siamo
profondamente vicini alla famiglia di Davide Rebellin e, in generale, a tutti coloro i quali hanno
sofferto il grande dolore per la perdita di una persona cara, vittima di omicidio stradale. Dallo scorso
30 novembre, i carabinieri hanno lavorato incessantemente per arrivare a questo risultato, sempre
sostenuti dalla comunità vicentina, che ci ha chiesto di fare piena luce su questa tragica scomparsa.
Lo dedichiamo anche a loro”