Oltre 1500 agricoltori nella Capitale per parlare con il premier. E al Festival è giallo sul loro accesso al palco.
Roma – Oggi gli occhi sono tutti puntati su di loro, tra proteste, tensioni politiche e retroscena. I trattori sull’asse Roma-Sanremo creano non poca preoccupazione. Tanto che c’è un giallo che tiene banco da giorni: gli agricoltori salgono o non salgono sul palco del teatro Ariston di Sanremo? Il retroscena potrebbe essere che la decisione sarà successiva alla trattativa che gli agricoltori che oggi manifestano a Roma con 1500 trattori intavoleranno con il governo, con il premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Se tutto andrà liscio, i colleghi arrivati a Sanremo da Melegnano avranno accesso al palco del Festival. Altrimenti meglio leggere una nota vista e approvata dalla Rai, che continua a smentire qualsiasi contatto con i rappresentanti del mondo agricolo.
La trattativa serrata per Sanremo – ancora in corso a quanto pare – era iniziata giorni fa quando il direttore artistico Amadeus aveva definito la loro protesta “sacrosanta” dicendosi favorevole a ospitarli all’Ariston. Poche ore dopo quell’annuncio l’ufficio stampa Rai aveva smentito qualsiasi contatto con gli agricoltori. E ancora, in conferenza stampa – giorni dopo – Amadeus aveva di nuovo rilanciato. Ieri, l’annuncio: una delegazione formata da 15 trattori salirà sul palco. E intanto ce l’hanno fatta ad arrivare: pur viaggiando a soli 40 chilometri orari, sette (non 15 come previsto) trattori degli agricoltori di ‘Riscatto Agricolo’, partiti ieri sera alle 20,41 da Melegnano sono arrivati nei pressi di Sanremo, nella frazione Bussana. Hanno percorso 240 chilometri di strade statali, scortati dalle forze dell’ordine, e adesso sono fermi vicino al mercato dei fiori. Alla colonna si aggiungeranno altri cinque trattori che provengono da Brescia.
La rappresentanza, simboleggiata dalla bandiera italiana con la quale chiederanno di poter salire sul palco del teatro Ariston in diretta per illustrare brevemente i motivi della grande mobilitazione dei giovani agricoltori italiani, sarà composta da Alessandra Oldoni, di Bergamo, Giulia Goglio, di Lodi, Cristian Franzoni, di Brescia e Fabio Pizzaris, di Cagliari. “Porteremo all’Ariston le nostre preoccupazioni, le nostre paure e le nostre fatiche – scrivono in una nota – per illustrare le molte idee e proposte di noi giovani agricoltori per continuare a sperare nel futuro della nostra agricoltura, determinati nel continuare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni“.
Ma riusciranno a salire sul palco, o resteranno fuori e verrà letta semplicemente una loro nota? La trattativa serrata prosegue e si sbloccherà probabilmente quando a Roma si capirà lo sviluppo politico della protesta. Quello che è certo è che oggi gli occhi sono tutti puntati su di loro. Due destinazioni, stessa protesta, stesse richieste. Cambiare la politica di Bruxelles per dare un futuro all’agricoltura e alla sicurezza alimentare. Combattere i mali che hanno ‘infettato’ la cultura e la tradizione di un popolo invidiato da tutti per il Made in Italy. Contrastare l’aumento del costo del gasolio agricolo, la concorrenza sleale di altri Paesi che offrono merci a costi minori. E poi ci sono gravi ritardi nei pagamenti dei sussidi da parte di Bruxelles.
I produttori piccoli e medi, poi, lamentano di venire trattati dal Fisco e dalla burocrazia alla stregua di grandi aziende. Tutto questo anno dopo anno ha aumentato i costi di produzione e assottigliato i ricavi in un settore che soffre particolarmente la crisi. E ancora, per gli agricoltori italiani si aggiunge l’incubo Irpef. Il governo Meloni starebbe pensando di riproporre – dando via libera a uno degli emendamenti parlamentari al Milleproroghe o varando un provvedimento ad hoc – l’esenzione Irpef per i redditi agrari e dominicali prorogata fino a quando, con l’ultima legge di Bilancio, la maggioranza di centrodestra aveva scelto di non rifinanziarla.
Due giorni fa intanto nel braccio di ferro con l’Europa gli agricoltori hanno avuto una prima vittoria, con il dietrofront di Ursula von der Leyen, sul regolamento Sur (Sustainable Use Regulation), mirato a promuovere l’uso sostenibile dei pesticidi in agricoltura. Parlando alla plenaria del Parlamento Ue, mentre fuori infuriava una nuova protesta dei trattori che bloccavano l’ingresso dell’Eurocamera, la presidente ha annunciato il passo indietro: “Ascoltiamo gli agricoltori, proporrò il ritiro del regolamento sui pesticidi”. Ma se da una parte tende la mano agli uomini dell’agricoltura, dall’altra li ammonisce: “Producano in modo più sostenibile, realizziamo insieme obiettivi climatici e ambientali”.
Ma il ritiro del regolamento sui pesticidi risolve una percentuale irrisoria dei problemi che affliggono la categoria. E allora oggi, nella città eterna migliaia di trattori marciano verso i palazzi della politica e altre macchine agricole sono posizionate su Sanremo. Vogliono parlare con i rappresentanti del governo: il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida starebbe cercando i fondi per un’esenzione parziale Irpef sui terreni, con tetto a 10 mila euro. Ma il Tesoro avrebbe chiuso i rubinetti. Dall’altra parte della ‘barricata’ il leader della protesta dei trattori Danilo Calvani annuncia che “Roma sarà circondata”. E così il malumore dei piccoli agricoltori arriverà dritto sotto Palazzo Chigi. Una questione che preoccupa il governo, impegnato in queste ore a stemperare la tensione.
Il premier, interpellato sulla protesta dei trattori ha replicato che il governo, “da molto tempo prima che scendessero in piazza, ha difeso il comparto agricolo da scelte che rischiavano di essere troppo ideologiche e perseguire la transizione ecologica con una desertificazione”. E ancora, “con la rinegoziazione del Pnrr abbiamo liberato 3 miliardi di euro per le aziende agricole, da molto prima che ci fossero le manifestazioni”.
Oggi è il giorno degli agricoltori in un modo o nell’altro. Sanremo, Roma e anche Foggia. Nella città pugliese però la protesta sarà senza trattori. “I cavoli nostri sono anche i cavoli vostri”, dicono gli agricoltori foggiani, che spiegano: “Il nostro obiettivo è quello di informare la popolazione sul perché si è arrivati a questo, tenendo presente che molti dei nostri problemi sono risolvibili a livello nazionale e sopratutto non con lo stanziamento di ulteriori fondi. Vogliamo far sentire la nostra voce il più possibile ma senza arrivare a creare enorme scompiglio come successo in Francia”.