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L'agricoltura muore, la politica dorme

Trattori: quell’Irpef che divide Fratelli d’Italia e Lega

Molinari cerca di stemperare la tensione ma tra Salvini e Lollobrigida è “derby agricolo”. Un botta e riposta a oltranza.

Roma – Il “derby agricolo” sulla protesta dei trattori e sull’Irpef diventa terreno di scontro tra Fratelli d’Italia e Lega. Anche se il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari prova a stemperare la tensione in atto, è evidente il testa a testa tra il suo leader Matteo Salvini e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “C’è sempre il tentativo di personalizzare e di trasformare i temi in scontri tra partiti – dice Molinari – La posizione della Lega non è contro Lollobrigida o contro FdI. Riteniamo che su questo tema il governo debba fare un passo indietro. Siamo stati sempre vicini a questo settore. È una valutazione politica, non una posizione polemica contro Lollobrigida”.

Di fatto però Salvini insiste sulla sua posizione, appoggiando a spada tratta la protesta degli agricoltori. “Massimo impegno per sostenere il settore e intervenire ancora più efficacemente sull’Irpef”, continua a ripetere. Lollobrigida, che ieri sera è stato con i trattori del presidio di via Nomentana replica: “Non credo sia giusto esentare persone con redditi, fatturati e proprietà superiori al 99% degli italiani. Lo stop all’esenzione è stato votato in Cdm su proposta di Giorgetti da tutto il governo e io ero d’accordo. E adesso, con grande fatica, abbiamo trovato ulteriori risorse e scelto di garantire una esenzione più equa, senza privilegi a chi non ne ha bisogno. Le associazioni e i trattoristi non hanno posto l’esenzione Irpef come priorità“. 

Immagini in notturna del presidio di via Nomentana

E ancora, sferra l’attacco il ministro dell’Agricoltura: “La proposta della rimodulazione l’ha fatta Giorgetti e al tavolo non ho sentito Salvini dire davanti ai ministri che non bastava. Perché dovrei commentarlo? Ho piena
fiducia in Giorgetti e ritengo saggia la sua proposta”. Poi sull’incontro con le cinque associazioni agricole principali Lollobrigida commenta: “mi ha quasi imbarazzato e commosso per gli apprezzamenti sul lavoro di questi 16 mesi. Temere la mozione di sfiducia di Renzi? Temo molto la sfiducia del popolo, raramente la sfiducia di persone già sfiduciate”. E sulle richieste avanzate da Danilo Calvani conclude: “Non ha alcun senso parlare con quei pochi che su questo movimento hanno tentato di mettere il cappello, sfruttando gli agricoltori senza rappresentarli. Mentre ho visto e vedrò tutti gli altri, in buona fede e cercando di capire i loro problemi“.

Nel frattempo Molinari anticipa le mosse: “Stiamo aspettando che il governo proponga un emendamento sul decreto Milleproroghe, sappiamo che lo farà ma non ne conosciamo il contenuto. Ci dovrebbe essere
l’abolizione dell’Irpef agricola sotto i 10mila euro e questo è un passo avanti, ma è ancora insufficiente, noi riteniamo che si possa fare di più perché si rischia di escludere, casomai per poche migliaia di euro, quelli che di mestiere fanno gli agricoltori”. La riforma fiscale, spiega, “per abbassare le tasse a milioni di cittadini ha visto la cancellazione delle esenzioni specifiche, quindi ci è finita dentro anche questa, ma ci siamo
subito accorti del problema e a inizio gennaio, prima dei trattori, abbiamo preparato un emendamento per il primo provvedimento utile, che è appunto il Milleproroghe“.

Il ministro Lollobrigida

Nel derby Fdi-Lega interviene anche Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “La questione principale – dice – è il rapporto dell’agricoltura con la Comunità europea e la sua legislazione. Ciò che deve interessare, inoltre, è la differenza che intercorre tra la redditività della impresa agricola e quelli che sono invece gli enormi costi che si sostengono per mantenere la ripresa. Ricordo che dal Governo Meloni viene confermato il sostegno per le imprese più deboli con l’esenzione Irpef per i redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di diecimila euro”.

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