Trapani: inquirenti a caccia del covo di Messina Denaro, perquisizioni a tappeto 

Controlli in un immobile di Mazara del Vallo. Intanto emerge tra i fiancheggiatori il figlio dell’ex cassiere della Banda della Magliana.

Trapani – Un anno e mezzo dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, quattordici complici sono già finiti in carcere e le indagini continuano a ritmo serrato. In queste ore sono in corso perquisizioni, disposte della Dda di Palermo, in un complesso residenziale di Mazara del Vallo (TP). L’attività investigativa, svolta dalla polizia e dai carabinieri, rientra nelle indagini in corso sulla rete dei fiancheggiatori del boss. Il provvedimento nasce dagli accertamenti dello Sco che hanno consentito di ricostruire gli spostamenti del capomafia in un’area di Mazara nei mesi precedenti all’arresto. L’attenzione si è concentrata su un complesso residenziale in cui si ritiene che Messina Denaro abbia avuto la disponibilità di un immobile o di un eventuale “covo riservato” ancora non individuato. 

La Dda di Palermo, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia, ha disposto la perquisizione e il controllo di tutti i garage del complesso residenziale e una ispezione dei luoghi per verificare se alcune chiavi trovate al latitante e ai suoi fiancheggiatori aprano appartamenti e locali della struttura. Intanto emerge che Antonio Nicoletti, figlio di Enrico, l’ex cassiere della banda della Magliana avrebbe favorito, secondo quanto è riportato nell’informativa dell’inchiesta ‘Assedio’ della DDA di Roma, la latitanza romana del boss di Cosa deceduto nel reparto detentivo dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, pochi mesi dopo la cattura, avvenuta da parte dei carabinieri del Ros, dopo 30 anni di superlatitanza. Secondo quanto emerso Messina Denaro si sarebbe recato a Roma, per essere sottoposto ad alcune visite oncologiche in un ospedale della Capitale.

Nicoletti Jr. in una intercettazione ambientale di una conversazione tra più interlocutori, tra cui un ex giocatore di calcio captata a luglio del 2018 dagli investigatori del centro operativo della Dia di Roma diceva: “Oh, ma ti ricordi quel giorno con chi mi sono incontrato io? .. Ma te lo ricordi o no?.. con quello la.. Io mi ci sono incontrato… proprio con lui personalmente. Oh, dentro ad un ospedale sei mesi fa..”. Antonio Nicoletti, in quella circostanza si offrì di mediare con la società Trapani Calcio, per far ottenere all’amico calciatore un posto da allenatore. Massimo invece, l’altro figlio dell’ex cassiere della banda della Magliana Enrico, definisce il fratello Antonio che si era interessato ad una vicenda sanitaria: “più potente del Ministro della sanità”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa