Trafficavano batterie e rifiuti metallici, sgominata banda nel Novarese

Sequestrate 5 aziende e quasi 4 milioni di euro. Cinque italiani e uno straniero rischiano fino a 6 anni di reclusione.

Novara – Cinque italiani e uno straniero, tutti domiciliati nel Novarese, sono finiti nei guai per traffico illecito di rifiuti, business che gestivano in 4 capannoni dove venivano stoccati rifiuti metallici e batterie. Due di loro sono stati arrestati mentre per gli altri 4 è scattato l’obbligo di firma. Sequestrati anche beni e denaro per 3.7 milioni di euro, pari al profitto derivante dai reati ipotizzati.

L’operazione, condotta dai carabinieri forestali di Novara, Torino, Milano e Como, su delega della Dda di Torino, ha portato anche al sequestro del 100% delle quote di cinque società coinvolte nell’indagine. Le società sono state affidate alle gestione di un curatore giudiziario nominato dal Gip di Torino.

Dall’indagine, condotta dal Nipaaf di Novara, è emerso che due imprenditori novaresi, ora indagati, avessero realizzato un sistema di società, spesso intestate a prestanome, utilizzate per operare illecitamente nel settore del commercio dei rifiuti metallici e delle batterie esauste al piombo dalle quali si recuperano metalli “nobili” dall’elevato valore sul mercato.

Smaltimento illecito di rifiuti e falsificazione documentale sono state scoperte nel Novarese

Le basi operative erano 4 capannoni siti in Comune di Trecate (NO) nei quali, senza le necessarie autorizzazioni ambientali venivano ricevuti, stoccati e lavorati ingenti quantitativi di batterie esauste di autoveicoli e mezzi d’opera di dubbia provenienza e metalli vari, che venivano acquistati anche da privati tramite pagamenti in contanti per volumi molto consistenti. I rifiuti illecitamente gestiti tra il febbraio 2019 e l’aprile 2022, sono stati stimati circa 6.000 tonnellate. Le operazioni venivano poi fittiziamente regolarizzate attraverso la realizzazione di falsa documentazione, da esibire in caso di controlli, che ne mascherava la reale provenienza illecita. Il tutto avveniva per il tramite di un sistema altamente organizzato fatto di strutture, uomini e mezzi che permetteva di gestire illecitamente flussi molto rilevanti di rifiuti speciali.

Nel corso dell’operazione che ha visto impiegati oltre 60 carabinieri forestali del Piemonte e della Lombardia, sono state effettuate numerose perquisizioni con sequestro di materiale informatico e documentazione. Il reato contestato agli indagati, ovvero “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”, prevede condanne fino a 6 anni di reclusione.

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