Il gip ha respinto la richiesta dei grillini che chiedevano di potergli dire di persona di dimettersi. Intanto il centrodestra medita.
Roma – Potrebbe avvenire venerdì, riferiscono fonti parlamentari del centrodestra, l’incontro tra Giovanni Toti e Matteo Salvini. Il giorno prima il presidente della Liguria potrebbe vedere Giacomo Giampedrone, sabato l’altro assessore Marco Scajola. Il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha infatti autorizzato gli incontri chiesti dal governatore agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso. Al contrario, il gip ha respinto l’istanza dei parlamentari liguri del Movimento 5 Stelle di vedere Toti. Una richiesta quest’ultima ritenuta “inammissibile” visto che è l’indagato a dover chiedere gli incontri.
L’istanza era stata presentata nei giorni scorsi da Luca Pirondini e Roberto Traversi. “Diverse volte Toti ha fatto richiesta, esaudita, di poter ricevere in visita esponenti del centrodestra regionale e nazionale. Nella lettera che ieri ha inviato al suo avvocato, Toti scrive che tornerà a incontrarsi con gli amici del suo movimento politico, gli alleati e tutti coloro che potrà vedere per parlare di futuro; è probabile che incontri anche Salvini. Bene, vogliamo incontrarlo anche noi” avevano scritto in una nota. “Gradiremmo – dichiarano i parlamentari – anche noi essere autorizzati a recarci a casa sua per poter conferire con lui “su temi di interesse pubblico e attualità politica“.
Ma soprattutto, i parlamentari liguri grillini vorrebbero vederlo per dirgli una cosa: di dimettersi per salvaguardare il futuro della nostra regione. “Al gip del Tribunale di Genova – aggiungono – abbiamo chiesto di poterlo incontrare perché vorremmo anche noi avere il privilegio di conferire con il presidente per rappresentargli la nostra preoccupazione derivante dalla paralisi a cui è costretta la Liguria a causa del suo comportamento”. Ma il gip non gli ha concesso il privilegio. Ma tornando all’incontro con Salvini non sarà di certo il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture a chiedere a Toti il passo indietro.
La scelta delle eventuali dimissioni, è il ragionamento che accomuna tutte le forze della coalizione, spetta al presidente della Regione che in una lettera inviata al suo difensore Stefano Savi si era sfogato sostenendo che la poltrona di presidente “oggi è più un peso che un onore” e che ogni sua mossa sarà valutata nel bene della Regione. Il tema del passo indietro è sul tavolo da settimane: nei giorni scorsi era trapelata l’intenzione del presidente a ‘resistere’ almeno fino al pronunciamento della Cassazione, ma ora le forze della coalizione temono di doversi preparare alle urne. “Se si dimetterà lo farà da uomo libero”, azzarda un deputato della maggioranza, “deve andare avanti”, sostiene anche un senatore della coalizione.
Al di là delle scelte di Toti, diversi gli elementi che vengono considerati dai partiti del centrodestra: il primo è il rischio del logoramento, o di non avere sufficiente tempo poi per costruire le condizioni di un ‘piano B’ qualora dovesse arrivare la decisione di un passo indietro del presidente della Liguria legato al corso
dell’inchiesta giudiziaria, con il rischio di un rito abbreviato dietro l’angolo. Un altro fattore da valutare è la legge di bilancio regionale: il centrodestra deve decidere se portarla avanti prima o dopo le eventuali urne. Lo scenario più probabile resta quello delle elezioni nella prossima primavera, in questa direzione ‘spinge’ anche Fratelli d’Italia ma sarà Toti a sciogliere ogni nodo.
Intanto va avanti la ricerca di un candidato civico, anche se la Lega non avrebbe escluso di chiedere al viceministro Edoardo Rixi di scendere in campo. L’uomo ‘forte’ del partito di via Bellerio in regione, è il
ragionamento di un ‘big’ degli ‘ex lumbard’, sarebbe l’unico capace di vincere. Altra eventuale opzione che sarebbe stata avanzata da alcuni fedelissimi di Toti, è quella dell’assessore Marco Scajola. Ma il quadro sarà più chiaro nei prossimi giorni, mentre le forze dell’opposizione hanno chiesto in Consiglio regionale, con tanto di cartelli in Aula, elezioni subito e i leader si ritroveranno in piazza per una manifestazione unitaria.
Sempre in merito all’inchiesta che ha travolto il governatore ligure, è notizia di oggi che Paolo Emilio Signorini è stato scarcerato e resterà ai domiciliari in un’abitazione del centro storico dove conviverà con la figlia. Lo ha deciso il gip Paola Faggioni accogliendo un’istanza degli avvocati dell’ex presidente dell’autorità portuale ed ex ad di Iren. Attesa per la revoca dei domiciliari di Aldo Spinelli, altro indagato della stessa inchiesta che potrebbe essere commutata dal Riesame in una interdittiva come richiesto dai suoi legali Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza.