Torniamo a discutere di salario minimo

L’idea dell’associazione Mondragone Bene Comune è quella di continuare a combattere il lavoro povero che continua a far gola a molti specie agli imprenditori senza scrupoli.

Il centrodestra al governo del Paese sulla proposta di salario minimo avanzata dalle opposizioni parlamentari ha “buttato la palla in tribuna”. Continua così a mancare un salario minimo nazionale per tutti i lavoratori e aumenta – anche per questo – il lavoro povero in Italia. Alcuni Comuni e qualche Regione hanno introdotto soglie minime negli appalti pubblici per combattere il lavoro povero, in attesa della legge nazionale sul salario minimo, anche per spingere il dibattito politico su un tema assolutamente cruciale per la salvaguardia dei diritti di tante lavoratrici e tanti lavoratori.

L’Associazione Mondragone Bene Comune – AMBC ad aprile dello scorso anno aveva proposto ai Consiglieri d’opposizione di centrosinistra di Mondragone di presentare una mozione per l’introduzione del salario minimo per coloro che lavorano negli appalti comunali: https://www.casertanotizie.com/politica/2024/04/11/introduciamo-il-salario-minimo-per-coloro-che-lavorano-negli-appalti-comunali/. La proposta fu accolta tiepidamente, anche perché – si disse – avrebbe potuto comportare qualche problema di legittimità e/o d’applicabilità.

La scorsa settimana la Corte Costituzionale ha dato torto alla presidenza del Consiglio che aveva fatto ricorso contro una legge fatta dalla regione Puglia tesa a difendere il lavoro dignitoso e la giusta retribuzione, fissando il minimo della retribuzione corrispondente oraria a 9 euro con diverse motivazioni. Il Governo di centrodestra contestava che fosse un’introduzione di salario minimo, una facoltà che è posta esclusivamente in capo al Governo nazionale (oltre ad altre contestazioni).

La Consulta ha respinto tutte le motivazioni avanzate dal Governo Meloni, chiarendo che la decisione della regione Puglia non fissa un minimo salariale valido per tutte le attività che si svolgono sul territorio regionale ma fissa esclusivamente un minimo salariale, da richiamare nei capitolati di appalto, quindi valido esclusivamente per quelle imprese che decidono di candidarsi a essere fornitrici della regione. Di conseguenza, a parere della Corte Costituzionale si è all’interno delle competenze regionali, non si intacca la tutela della concorrenza e né si fissa un Lep, essendo il richiamo al minimo salariale da applicarsi per i fornitori uno degli elementi del capitolato speciale e non un elemento di definizione dei servizi.

Quindi la legge pugliese attua pienamente i principi della Direttiva europea in materia, perseguendo la tutela dei lavoratori, che deve interessare tutte le attività delle Pubbliche amministrazioni, le quali in qualità di stazioni appaltanti devono considerare fattori di ordine sociale e ambientale nelle procedure e l’inserimento negli atti di gara di clausole che contribuiscano a raggiungere obiettivi sociali e ambientali che vanno anche oltre le finalità proprie dei contratti. Clausole che sono da ritenersi auspicabili oltre che legittime.  (Qui la sentenza della Corte costituzionale: https://www.cortecostituzionale.it/scheda-pronuncia/2025/188).

Alla luce di questa importante sentenza, l’AMBC rilancia la sua proposta dell’aprile 2024 e invita nuovamente i Consiglieri comunali d’opposizione di centrosinistra a presentare una Mozione per l’introduzione del salario minimo per coloro che lavorano negli appalti comunali. Sappiamo bene che le destre al governo delle Città sono alquanto allergiche alla democrazia e al rispetto delle regole e bene ha fatto il consigliere Federico a chiedere l’intervento della Prefetta di Caserta (è da tempo che chiediamo alla Prefettura di mettere sotto osservazione il comune di Mondragone, a partire dai gravissimi fatti che hanno portato all’arresto dell’ex comandante dei VV.UU. e alle indagini che coinvolgono l’ex Sindaco, l’attuale Vicesindaco e una decina di Vigili urbani).

Tuttavia non bisogna arrendersi, ma incalzarli come non mai, anche perché li vediamo ormai allo sbando e “alle battute finali”. “L’esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque”. Con le parole di Enzo Jannacci, porgiamo a tutte e a tutti i più fervidi auguri di buon Natale e felice anno 2026.