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Torino: tagli nei teloni dei camion per rubare autoricambi, 6 arresti [VIDEO]

Sequestrate autoradio e pezzi di ricambio di provenienza illecita per oltre 2 milioni. I furti nelle aree di servizio della tangenziale nord.

Torino – I furti avvenivano nelle aree di servizio della tangenziale nord del capoluogo piemontese: un taglio sui teloni dei camion in sosta per sottrarre il contenutoRicambi d’auto, dalle marmitte alle autoradio, dagli pneumatici alle parti dei motori, fino ai blocchi elettronici per l’infotainementSei persone sono finite in carcere al termine dell’operazione Garden condotta dalla Polizia stradale di Torino: sono accusate di aver costituito un’organizzazione dedita al furto ed alla ricettazione di ricambi e componenti per auto che venivano immessi nel mercato parallelo. Per un’altra persona è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. 

L’indagine, coordinata dalla Procura del capoluogo è partita nel febbraio del 2022, dopo le numerose segnalazioni di questo tipo di furti. Nel corso degli accecrtamenti, gli agenti della stradale hanno così monitorato gli spostamenti di alcuni sospettati. Nell’attività criminale risulterebbero coinvolte persone e società orbitanti nel settore automobilistico attivissime nella commercializzazione di autoricambi su diverse piattaforme web. Nel corso delle indagini sono stati anche individuati alcuni magazzini in provincia di Torino per lo stoccaggio degli autoricambi di provenienza illecita in attesa della “commercializzazione”. 

Oltre 2 milioni di euro il valore dei ricambi originali sequestrati ma gli episodi emersi durante le indagini sono solo la punta dell’iceberg di un’attività che andava avanti probabilmente da molto più tempo. Raccolte le fonti di prova in capo a 18 persone, ritenute responsabili del furto e della ricettazione di ricambi in genere. Un’attività di indagine complessa anche perché il sodalizio rendeva oltremodo difficoltosi gli accertamenti sulla genuinità delle fatture emesse da aziende con sede all’estero.

Parte degli ammanchi, realizzati anche per responsabilità di dipendenti infedeli, venivano accertati e certificati dalle case costruttrici a seguito di verifiche richieste dalla Polizia Giudiziaria ed effettuate presso gli stabilimenti di produzione di autoveicoli siti anche in Asia e Sudamerica. In altre circostanze, inoltre, sono stati individuati componenti e imballaggi riportanti marchi di note case automobilistiche risultati contraffatti. In altre circostanze, inoltre, sono stati individuati componenti e imballaggi riportanti marchi di note case automobilistiche risultati contraffatti. Sulla base dei reati contestati, lo scorso 28 maggio la Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale ha eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere per 6 persone e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per una persona.

Un aspetto non trascurabile della vicenda attiene alla sicurezza, intesa non più solo come security, per gli aspetti già evidenziati, ma anche come safety, per tutte quelle ripercussioni che inevitabilmente si avrebbero sull’affidabilità degli autoveicoli. L’immissione sul mercato di ricambi contraffatti potrebbe, com’è noto, pregiudicare la sicurezza del veicolo ed essere causa di incidenti stradali con danni gravi agli occupanti e a terzi coinvolti; quelli provenienti dal mercato parallelo alimentano, invece, quei settori dell’economia sommersa che sono origine dei fenomeni di evasione fiscale. A tal proposito, l’indagine ha evidenziato come, attraverso un sistema collaudato, i componenti dell’organizzazione reimmettevano sul mercato gli autoricambi di provenienza illecita mediante l’emissione di false fatture da parte di imprese compiacenti che attestavano operazioni inesistenti.

Infine, si segnala come i ricambi trattati nei circuiti non ufficiali non vengono smaltiti nel rispetto delle rigide normative vigenti creando un danno ambientale importante. Nelle mire dei criminali, oltre ai “grandi classici” quali marmitte, autoradio e pneumatici, ci sono adesso anche parti del motore, dell’infotainment e i componenti elettronici in genere. Dispositivi costosi e che, a causa delle criticità causate dal noto scenario internazionale, faticano ad essere reperiti sul mercato mondiale dagli attori della filiera dell’aftersales creando un rischioso effetto domino, attraverso ritardi nelle consegne con riflessi non trascurabili sul mercato.

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