TORINO – RAMO AUTO: INDIETRO TUTTA. UN DISASTRO SENZA PRECEDENTI.

Se non si troveranno soluzioni alternative il comparto automobilistico, un tempo vanto dell'Italia nel mondo, subirà ulteriori perdite. Allora sarà difficilissimo salvare l'intero indotto e ciò che gira intorno.

Torino – I primi drammatici dati derivanti dalla crisi economica prodotta dal Covid-19 iniziano ad arrivare. La produzione nostrana, infatti, lamenta considerevoli cali, con particolare interesse nel settore automobilistico. Tale comparto in Italia, oltre a fare da traino per molti altri settori, poggia sul lavoro di 260mila persone e rappresenta una delle maggiori risorse occupazionali. Proprio per tale ragione, alla luce dei dati forniti dall’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) in merito al primo semestre del 2020, i sindacati chiedono delle importanti riforme ed investimenti per tutelare non solo il lavoro, ma anche la produzione stessa.

“…Nell’ambito dell’iniziativa messa in campo dalla Fiom – hanno dichiarato congiuntamente Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e Simone Marinelli, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil – per l’apertura di un confronto con il Governo e le forze politiche sulla crisi che sta attraversando il settore dell’auto, si è svolto oggi pomeriggio l’incontro con il Gruppo Parlamentare della Lega. Sono di oggi le cifre drammatiche fornite dall’Unrae secondo cui nel primo semestre dell’anno sono quasi 500.000 le immatricolazioni in meno sul mercato dell’auto italiano e a fine anno si stima saranno 700.000. La delegazione Fiom ha avuto un confronto utile con il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, al quale ha esposto la situazione di crisi generale del settore che vede un forte calo del mercato delle immatricolazioni e conseguentemente un forte ricorso agli ammortizzatori sociali, sia negli stabilimenti di assemblaggio che nelle aziende della componentistica. Nei primi sei mesi il gruppo Fca ha venduto 138.681 macchine, il 48% in meno rispetto al primo semestre dell’anno scorso.  La Fiom ha ribadito che l’assenza di una politica industriale e nel confronto è emersa l’importanza strategica per cui sarebbero necessari la golden power e un ruolo centrale del governo per la transizione tecnologica, altrimenti sarebbe a rischio l’intero settore che vede impiegate 260 mila lavoratrici e lavoratori, nella sola produzione, e che fa da traino ad altri settori… È impensabile scaricare sui lavoratori questa fase di transizione energetica e tecnologica. Entro fine anno ci sarà la chiusura del processo di fusione tra FCA e PSA, azienda che vede tra gli azionisti lo Stato francese: come Paese siamo già in ritardo ma si può ancora rilanciare il settore e per farlo è necessario un accordo tra Governo, sindacati e aziende…”.

La produzione della Fiat ai minimi storici

Il governo sarà chiamato a rispondere dell’emergenza quanto prima, anche perché, come sottolineato dai sindacalisti della Fiom-Cgil, incancrenire la crisi nel settore automobilistico significherebbe per l’Italia l’inizio di un prolasso economico dai contorni devastanti proprio in quel settore dove per decenni siamo stati tra i leader mondiali.

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