Testa mozzata di una pecora davanti a casa di imprenditore: due trentini in manette

Tentarono estorsione da 150mila euro simulando l’appartenenza alla criminalità organizzata. Indagati anche per incendio doloso. Gli inquirenti: “Avevano armi e volevano resistere all’arresto”.

Trento – Avrebbero piazzato la testa di un ovino mozzata di fronte a casa di un imprenditore per indurlo a pagare 150mila euro e sono sospettati di aver dato fuoco e distrutto il Bicigrill di Pellizzano. Si tratta di due trentini, un 60enne con numerosi precedenti originario della Val di Sole e un 56enne della Val di Non, fermati dai carabinieri per tentata estorsione con modalità mafiosa, porto illegale di armi e incendio doloso.

Durante l’arresto sono stati trovati in possesso di armi semiautomatiche con matricola abrasa, e sono considerati individui altamente pericolosi. Le indagini, condotte dai carabinieri di Trento e Cles e coordinate dal procuratore capo Sandro Raimondi e dal sostituto Davide Ognibene, sono iniziate dopo il ritrovamento della testa di pecora davanti alla casa di un imprenditore ortofrutticolo a Dimaro (Trento) nella notte tra il 15 e il 16 giugno 2023. Insieme al macabro avvertimento, è stato trovato un biglietto insanguinato scritto in dialetto calabrese con il messaggio: “Questo te lo manda la famiglia che non scorda l’infamata. La prossima volta manderemo la testa di tuo figlio“.

Inizialmente, gli investigatori hanno esplorato la possibilità di collegamenti con la criminalità organizzata, ma successivamente è emerso che si trattava di un tentativo di estorsione legato a una somma di 150.000 euro, relativa al passaggio di proprietà di un maso tra la famiglia del 60enne e l’imprenditore di Dimaro.

Per quanto riguarda l’incendio del Bicigrill, sono ancora in corso accertamenti per chiarire il movente. Durante una conferenza stampa, il procuratore capo Sandro Raimondi ha spiegato che le indagini sono state complesse e hanno richiesto l’uso di tecnologie avanzate e l’intuizione degli investigatori. È emersa anche l’intenzione dei due uomini di resistere all’arresto con le armi e fuggire all’estero, confermando la loro pericolosità e la natura premeditata dei loro atti criminosi.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa