La numero 2 di Anm: “Toghe non vogliono nuovo conflitto”. Gasparri li valuta “indispensabili” e i cinque stelle evocano Licio Gelli.
Roma – Subito dopo la notizia che la Commissione Giustizia del Senato ha approvato il parere messo a punto dal relatore Pierantonio Zanettin (FI) con il quale si invita il governo a valutare l’introduzione dei test psicoattitudinali per i candidati in ingresso nei ruoli della magistratura, l’Anm è sul piede di guerra. “Auspico che non si voglia riaccendere un clima conflittuale con la magistratura. La magistratura certamente non lo vuole”, avverte la vicepresidente dell’Anm Alessandra Maddalena, secondo la quale “il Governo mostra di non avere le idee chiare in merito alle misure da adottare per ovviare ai vuoti di organico”.
“Non si comprende – sottolinea Maddalena – in cosa consisterebbe esattamente questo meccanismo di verifica psicoattitudinale dei candidati in ingresso in magistratura, che peraltro, risolvendosi in una specie di screening di massa, avrebbe il solo effetto di rallentare l’iter di riempimento delle piante organiche”. Secondo la toga “il miglior modo per valutare l’equilibrio di un magistrato sia quello di verificarne
il lavoro concreto negli uffici giudiziari, attraverso le periodiche valutazioni di professionalità. Peraltro, i
magistrati svolgono anche un periodo di tirocinio prima di assumere le funzioni. Esistono all’interno tutti gli strumenti per valutare la idoneità dei magistrati. Oltre tutto – conclude – la legge Cartabia non contiene una delega per l’introduzione di una simile previsione”.
Sul fronte politico le reazioni sono diverse. Dal capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che giudica l’introduzione dei test psicoattitudinali proposti dal senatore Zanettin “indispensabili”. “Ne parliamo da anni – afferma – e credo che si debba estendere a questa categoria una verifica che si rivela utile anche in tanti altri settori. Quelli che protestano ovviamente parlano a vuoto. Ed evocano vicende che non c’entrano
nulla”. “Per quanto riguarda le battute del senatore Verini che dice con tono di scherno che qualcuno pensa al Tso – ironizza Gasparri -, forse per qualche caso ha proprio ragione. Abbiamo visto inchieste talmente fantasiose e accuse così strampalate che probabilmente avrebbero reso plausibile il ricorso ad un trattamento sanitario obbligatorio per chi le ha escogitate e messe in campo.
“La Magistratura – insiste il senatore azzurro – è composta da tante persone serie, la cui posizione viene
danneggiata da quelli che fanno un uso politico dalla giustizia e che dimostrano faziosità, pregiudizi ed una capacità di confondere la militanza di parte, ovviamente di sinistra, con una funzione che invece dovrebbe essere svolta al servizio della legge e nell’interesse esclusivo di tutti i cittadini. Bravo Zanettin. Andiamo avanti”.
Opposta la posizione del Movimento 5 stelle, che insorgono: “Non ci stupisce affatto il parere della maggioranza che invita il governo a introdurre test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati, riproponendo uno dei punti qualificanti del piano di rinascita democratica di Licio Gelli, messo a punto per assoggettare una magistratura ritenuta pericolosa perché indagava sui mandanti occulti delle stragi e sugli affari sporchi dei potenti”.
I rappresentanti M5S in commissione Giustizia al Senato Anna Bilotti, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato, sottolineano che “si tratta di un work in progress, di uno stillicidio che anticipa il colpo grosso finale da realizzarsi con gli interventi sulla Costituzione: il premierato per accentrare i poteri sull’Esecutivo indebolendo Parlamento e Quirinale, la separazione delle carriere dei giudici e dei pubblici ministeri, l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, la riforma del CSM per aumentare al 50% i laici nominati
dalla politica. Tutte riforme finalizzate a sottoporre la magistratura al controllo e all’occulta direzione delle
maggioranze governative. La proposta di oggi, peraltro, esorbita palesemente rispetto a quanto disposto dalla legge delega Cartabia, quindi è un’evidente forzatura”.