La ministra dell’Università Bernini: “Obiettivo: in vigore dal prossimo anno accademico”. Tutte le novità in discussione a Montecitorio.
Roma – L’abolizione del test d’ingresso a Medicina è in dirittura d’arrivo. Dopo il via libera del 17 febbraio la Camera si prepara a licenziare anche in aula la riforma elimina il “famigerato” quiz che spesso ha visto infranti i sogni degli aspiranti camici bianchi. Al suo posto, infatti, ci sarà un primo semestre aperto a tutti e la selezione si sposterà all’inizio del secondo. Tutto ciò a partire dall’anno accademico 2025/26. Una notizia che smentisce le voci circolate nei mesi scorsi, che parlavano, invece, di una replica del modello di selezione adottato nel 2024/25. Quando – come forse si ricorderà – si era tornati alla prova scritta nazionale e uguale per tutti (in due date e con banca dati dei quesiti aperta), dopo l’esperimento durata appena 12 mesi dei Tolc online gestiti tra mille polemiche dal consorzio Cisia.
La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, su X ha confermato che l’obiettivo è far sì che “le nuove regole entrino in vigore già dal prossimo anno accademico, mettendo al centro trasparenza, equità e merito”. Resta però il nodo su quali saranno le materie degli esami da superare obbligatoriamente e quali saranno le modalità. Per il momento, si parla di Biologia, Chimica e Fisica. Tra le novità ci sarebbe, prima fra tutte, la possibilità di iscriversi nuovamente al primo semestre. Ciò significa che, in caso di mancato superamento di uno o più esami o di un punteggio non sufficiente per essere inseriti nella graduatoria nazionale, gli studenti avrebbero la possibilità di frequentare nuovamente il semestre.
Tra gli altri punti emergerebbe anche quello che consente allo studente di individuare, oltre all’ateneo che intende frequentare, anche le altre sedi universitarie in cui è disposto a “spostarsi” per continuare il corso una volta superato il test o in caso di mancato superamento (per frequentare nuovamente il primo semestre). Dopo l’ok del Senato del 27 novembre dell’anno scorso, ora spetta alla Camera dare il via libera al provvedimento, sul quale è in programma per oggi a Montecitorio una discussione generale in assemblea. Il testo, che riguarda l’accesso programmato ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Veterinaria, definisce – all’articolo 2 – i principi e i criteri direttivi che l’esecutivo dovrà rispettare nella stesura dei decreti delegati da emanare entro 12 mesi (compito che sarà affidato al Mur).
Primo fra tutti, l’iscrizione aperta al primo semestre e, poi, l’ammissione al secondo semestre degli studenti che conseguono tutti i Cfu, cioè i crediti formativi, comuni all’area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria sulla base di una graduatoria nazionale. Segue l’articolo 3, che offr al Dlgs il compito di rivedere la legge n. 264/1999 sul numero chiuso. Il testo approvato a novembre in Senato, di iniziativa di Fratelli d’Italia, è formato da tre articoli e rivede le modalità di accesso ai corsi universitari di medicina, odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, con l’obiettivo di cancellare i test che ora precedono l’iscrizione. Prevista quindi la delega al governo ad adottare, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso.
La ministra Bernini aveva così creato una commissione consultiva presso il ministero per lavorare contemporaneamente rispetto ai lavori parlamentari sui contenuti dei decreti: “Voglio che non solo l’abolizione dei test, ma anche il semestre, parta dall’anno accademico 2025-2026″, aveva anticipato Bernini, per la quale la novità mette uno stop anche al “turismo o esilio universitario, che spinge i nostri giovani a studiare all’estero, ed alla carenza dei medici in corsia”. L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per l’Ssn. Il disegno di legge di delega al Governo mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti.