Terzo sbarco in Albania: nave Cassiopea con 49 migranti approda a Shengjin

A bordo si trovano soprattutto bengalesi. Saranno sottoposti alle procedure accelerate di frontiera per chi proviene da Paesi sicuri.

Roma – Due giorni fa la ripresa dei trasferimenti dell’operazione Albania. E oggi, poco dopo le 7.30 di questa mattina, il pattugliatore Cassiopea con a bordo 49 migranti messi in salvo al largo di Lampedusa ha fatto il suo ingresso nel porto di Shengjin. La notizia del nuovo trasferimento era stata data dal Viminale, aggiungendo che altri 53 migranti hanno presentato “spontaneamente il proprio passaporto per evitare il trasferimento: una circostanza di particolare rilievo, in quanto consente di attivare le procedure di verifica delle posizioni individuali in tempi più rapidi anche a prescindere del trattenimento, aumentando le possibilità di procedere con i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere in Ue”.

Si tratta del terzo sbarco in Albania, dopo quelli del 16 ottobre e dell’8 novembre scorso. A bordo si trovano bengalesi (in maggioranza), egiziani, ivoriani e gambiani, i quali saranno sottoposti alle procedure accelerate di frontiera previste per chi proviene da Paesi sicuri e non ha consegnato documenti di identità. Da allora il governo ha modificato diversi aspetti delle procedure accelerate di frontiera in un Paese terzo. Da quanto si apprende, tre minorenni e un adulto vulnerabile saranno riportati in Italia.

In primo luogo, a valutare se un migrante è vulnerabile o meno saranno mediatori incaricati dalle autorità italiane e non più quelli dell’Oim (Organizzazione internazionale migranti), il cui contratto è scaduto il 10 gennaio e non ancora rinnovato. Una volta sbarcati, i migranti andranno nel centro di Gjader dove si svolgeranno le udienze di convalida del trattenimento in base alla vulnerabilità rispetto al Paese di
provenienza. A decidere, e anche questa è una novità introdotta dal governo, saranno le Corti d’Appello e non più le sezioni immigrazioni dei Tribunali.

I migranti provengono tutti da Paesi inseriti nella lista di quelli “sicuri”. Nell’hotspot “italiano” di Shengjin i richiedenti asilo saranno identificati e faranno uno screening medico approfondito. Se saranno riscontrate condizioni di vulnerabilità verranno portati in Italia, come è avvenuto in qualche caso nei due precedenti trasferimenti in Albania, a ottobre e novembre 2024. Gli stranieri verranno quindi trasferiti nell’altro centro sottoposto alla nostra giurisdizione, a Gjader, a una ventina di chilometri di distanza nell’entroterra, sulla base del trattenimento disposto dal questore di Roma. È nella zona di accoglienza del sito, che i migranti dovrebbero trascorrere la notte e le prossime settimane, in attesa dell’esito della domanda di asilo. Coloro ai quali la richiesta verrà respinta saranno trasferiti nel Cpr, all’interno del campo, dove è stata allestita anche una piccola prigione, per chi dovesse commettere reati.

I giudici della Corte d’Appello della Capitale dovranno poi decidere, nel giro di 48 ore, se convalidare o meno il trattenimento. Entro giovedì, dunque, dovrebbe esserci il responso. Nelle altre occasioni i magistrati hanno sospeso la convalida per tutti i migranti trattenuti, rimandando alla decisione della Corte di Giustizia europea in materia di Paesi sicuri, attesa per il 25 febbraio, e gli stranieri sono stati quindi portati in Italia.

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