Tensione sul decreto carceri: bagarre alla Camera su madri detenute e minori

Tutto è nato da un odg del dem Lacarra che poi ha uno scontro con Simonetta Matone, che dice: “Lega non ha mai voluto bimbi in cella”.

Roma – Discussione sul decreto carceri ad alta tensione alla Camera, mentre negli istituti di pena da Nord a Sud la situazione è sempre più fuori controllo. Tra i tanti temi in discussione però, uno ha scatenato la bagarre. E’ un odg dem, quello di Marco Lacarra che invita a investire su case protette per le donne incinte e bambini in modo da evitare loro il carcere a infiammare l’Aula della Camera in cui è in corso l’esame degli odg al Dl Carceri. Il deputato della Lega Simonetta Matone, dopo la riformulazione del governo accettata da Lacarra, chiede di firmare “a titolo personale” l’odg che ne frattempo sta raccogliendo il consenso di altri gruppi. Lacarra rifiuta, spiegando che l’ex magistrato “si è sempre espressa in modo contrario in Commissione”.

Il rifiuto viene criticato da Ettore Rosato (Azione), sostenendo, tra i mugugni nei banchi, che “va accolto il passo avanti” su un tema importante. Il dem Federico Fornaro gli ribatte subito sottolineando come in “un’intera notte su questi temi dove abbiamo ricevuto dalla maggioranza solo no”. Matone a quel punto riprende la parola piccata: “La Lega non ha mai voluto mandare i bambini in carcere, ma proteggere le donne dei campi nomadi sfinite dalle gravidanze. E’ meglio stare da incinta al settimo mese in una casa protetta dotata di medico e puericoltore o in una metropolitana a borseggiare?. Quanti tra questi che ora si
indignano sono stati stati nei campi Rom? Magari con il tacco 12?”.

Alle parole dell’ex magistrato la reazione è spropositata. Urla e gesti dai banchi dell’opposizione, che però il
presidente di turno, Sergio Costa, non vede e non può sanzionare. Interviene anche il capogruppo di FdI Tommaso Foti. “Lasciamo perdere lo stile parlamentare, è vero, il regolamento prevede che non si possa accettare una firma. Ma il primo firmatario di questo odg ha accettato riformulazione del governo. Allora deve esserci una proprietà transitiva. Penso che il voto, come riformulato dal governo, è di tutta la maggioranza. Se non si accetta la sottoscrizione di un componente della maggioranza, penso che il governo dovrebbe ritirare la riformulazione”.

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