Il medicinale verrà ulteriormente testato in vivo su altri pazienti ma le premesse ci sono tutte. Gli scienziati israeliani intendono produrlo e spedirlo in tutto il mondo a prezzi accessibili per tutti.
Tel Aviv – Mentre in Italia ci si ostina a curare il Covid con paracetamolo, nonostante sia ormai comprovato che non serva assolutamente a nulla, in Israele si fanno passi da gigante.
EXO-CD24 è il nuovo farmaco sviluppato dal professor Nadir Arber e da un gruppo di ricercatori del Sourasky Medical Center di Tel Aviv, i cui risultati appaiono straordinari: su 30 pazienti affetti dal maledetto virus ben 29 avrebbero avuto un “netto recupero” nel giro di due giorni dopo la somministrazione del farmaco e sarebbero in seguito stati dimessi dopo soli 3-5 giorni. Un recupero eccezionalmente rapido.
L’efficacia del principio attivo si aggirerebbe intorno al 96,6%, anche se il numero di pazienti su cui è stato sperimentato rimane, per il momento, piuttosto limitato.
Se questo straordinario scenario fosse confermato, si invertirebbe completamente la rotta sull’andamento della pandemia: il mondo si ritroverebbe infatti con il primo vero farmaco anti Covid. Come funziona il medicinale?
“…Noi arricchiamo gli esosomi con la proteina CD24…”, spiega con termini tecnici Shiran Shapira, direttore del laboratorio del professor Arber. Parole difficili per noi profani ma in pratica il meccanismo è semplice: si tratta di inibire l’eccessiva secrezione di citochine ovvero evitarne la tempesta che poi si scatena sui polmoni.
I risultati sono quelli già riportati. E gli effetti collaterali? Nessuno, a quanto risulta.
Ma com’è possibile una cosa simile? Cerchiamo di capire con parole semplici riportando direttamente la spiegazione di Arber:
“…Stiamo sviluppando questo farmaco per evitare le fasi più disastrose del Covid-19” – spiega il ricercatore – circa il 6% della popolazione vede un peggioramento in 5-6 giorni, a causa della sovra-reazione del sistema immunitario, la cosiddetta tempesta di citochine. Questo è quello che il nostro farmaco cerca di evitare. Gioca un grande ruolo sul sistema immunitario…”.
“…Negli ultimi 5-6 anni – prosegue lo scienziato israeliano – abbiamo lavorato sugli esosomi, piccole vescicole che lavorano sulle membrane delle nostre cellule e le fanno interagire l’una con l’altra. Sappiamo come esprimere la proteina CD24 su di loro e bloccare la tempesta di citochine. Basandoci su questo piano siamo stati in grado, in pochi mesi, di sviluppare questo farmaco e arrivare alla fase 1…”.
EXO-CD24 ha anche un altro vantaggio: “si può produrre in maniera rapida, efficace e ad un costo relativamente basso”, dice ancora Arber. Anche in questo, il professore è ottimista:
“…In pochi mesi potremmo distribuirlo nel mondo, è per questo che dobbiamo andare avanti, per arrivare alla produzione industriale…”.
L’obiettivo dello studioso infatti è quello di rendere EXO-CD24 disponibile in ogni parte del mondo, affermando che i loro esperti starebbero già “negoziando con il Ministero della Salute per arrivare il prima possibile alla fase 3 della sperimentazione”.
L’obiettivo finale è quello di “lanciare uno studio internazionale per avere diverse risposte, ad esempio paragonandolo al placebo. È molto promettente, ma deve essere validato attraverso studi clinici. Speriamo di poterlo fare nei prossimi due o tre mesi”. Ce lo auguriamo anche noi, professore. Eccola, la scienza che ci piace.
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