Il Policlinico Umberto I di Roma è in prima linea nelle attività di ricerca e sono numerose le collaborazioni all’attivo con vari settori specialistici.
Roma – Linee di ricerca, lavoro di squadra multidisciplinare e collaborazioni istituzionali. A parlarne è Vittorio Fineschi, Professore Ordinario di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Direttore della UOC di Medicina Legale e delle Assicurazioni del Policlinico Umberto I di Roma, nonché Presidente di Italian Network for Safety in Health Care.
Il Policlinico Umberto I è dotato di una struttura obitoriale tra le più antiche sul territorio nazionale.
L’obitorio porta avanti numerose attività: sopralluoghi medico-legali, supporto alle operazioni investigative delle Autorità Giudiziarie, esami tossicologici e istologici, identificazione di soggetti sconosciuti e accertamenti medico-legali per il Policlinico Umberto I, ASL romane ed Enti privati accreditati.
L’Unità di Ricerca di Medicina Necroscopica, Patologia Forense e Istopatologia e la UOC di Medicina Legale e delle Assicurazioni hanno all’attivo varie collaborazioni istituzionali, offrendo alle Procure della Repubblica del Lazio vari nominativi di Consulenti Tecnici Medico-Legali. Studio costante e tecniche autoptiche aggiornate costituiscono la base di ogni approccio medico-legale dell’Istituto romano. Ma quali sono le fasi e le tecniche di un buon esame autoptico moderno?
Il sopralluogo e i primi rilievi
Un buon accertamento forense dovrebbe, in primis, prevedere un sopralluogo medico-legale per studiare e provare a ricostruire la scena del crimine, grazie alla collaborazione di un team multidisciplinare.
Il medico-legale, insieme alla Polizia Scientifica, “congela la scena”, creando una situazione di riconoscimento della zona.

Vengono descritti i luoghi e si iniziano a ricostruire le possibili circostanze in cui possono essere stati svolti i fatti. Poi, si procede alla repertazione delle tracce.
Il sopralluogo, infine, si conclude con la valutazione del cadavere, capendo com’è disposto nella scena, fino a procedere con le prime rilevazioni tecniche. Si considera la temperatura corporea, la rigidità articolare e si valuta la presenza di ipostasi (o livor mortis, macchie da ristagno di sangue).
Il corpo verrà poi spostato in obitorio, rimanendo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne disporrà l’esame autoptico.

Gli accertamenti tecnici radiologici
Nel tempo, le fasi dell’esame autoptico si sono evolute e il supporto degli accertamenti tecnici radiologici si è rivelato sempre più importante.
Durante un esame autoptico, l’RX è un sopporto importante, poiché permette di ottenere immagini bidimensionali di ossa e dei tessuti molli. È utile per individuare fratture, corpi estranei, malattie ossee o varie condizioni che possono aver condotto al decesso della vittima. Presso i locali del Policlinico Umberto I, come spiega il dottor Fineschi, è stata istituita una sezione di Radiologia Forense in cui lavorano esperti che si dedicano ad attività d’indagine mediante Risonanza Magnetica e TAC. Vengono sfruttate anche modalità di iniezione di mezzo di contrasto, che consentono di valutare vasi e organi.
Prima ancora di iniziare un esame esterno ed un’autopsia, è sempre più possibile avere un quadro lesivo interno preliminare del cadavere.

L’identificazione dei cadaveri: un lavoro di squadra
Non tutti i corpi sono già riconosciuti, quindi potrebbe sussistere il problema dell’ignoto o del corpo da riconoscere. In ogni circostanza in cui sono presenti soggetti scomparsi, o cadaveri ignoti, si deve procedere con un accertamento di tipo identificativo, basato sull’anatomia dentaria, grazie alla collaborazione di Odontoiatri Forensi.
Come sostiene Fineschi “l’Odontostomatologia Forense è un settore autonomo, ma il Medico Legale spesso ricorre al suo supporto anche per l’interpretazione di alcune lesività”. In caso di violenze sessuali o abuso di minori, qualche volta si possono trovare segni cutanei di morsi e sul morso si può ricostruire la dentatura del soggetto a cui attribuire la responsabilità del reato.
“Nel 2025 senza collaborazioni non si va da nessuna parte”, aggiunge, precisando che “ormai le indagini sono molto approfondite. Non si può avere cognizione in tutti i settori. L’Odontoiatria Forense, la Genetica, la Tossicologia sono settori fondamentali, così come è un grande ausilio avere anche un buon psichiatra forense”. Il lavoro di squadra consente di ottenere spiegazioni aggiuntive per comprendere meglio le dinamiche del singolo caso.

Il punto di forza dell’Istituto romano: la ricerca
Sono numerose le pubblicazioni scientifiche documentate su riviste italiane ed internazionali, come quelle relative alla vitalità di una lesione. Spesso, ci si può trovare di fronte a simulazioni, alterazioni cadaveriche o esiti di azioni messe in atto post-mortem per mascherare eventuali reati. Comprendere se una lesione è stata inferta in vita o post mortem è un grande motivo di ricerca della Medicina Legale.
Fineschi coglie l’occasione per parlare anche delle morti cardiache improvvise. “Ora ci stiamo dedicando alla ricerca mediante la TAC Spettrale (Spectral CT): una nuovissima macchina d’indagine. In Italia siamo gli unici che facciamo questo tipo d’indaginii”, comunica il Direttore della UOC di Medicina Legale. Trovare mutazioni o nuove varianti, che appartengono ad uno spettro di malattia potenzialmente letale, è un passo in avanti enorme.
“Oggi si riescono a fare buone cose, sia come indagine diagnostica che come ricostruzioni”. Studio costante e aggiornamento proiettano verso “una Medicina Legale in divenire”, aggiunge, in conclusione, Fineschi.