Il sistema è stato intercettato dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Varese che ha ottenuto la chiusura della posizione fiscale.
Varese – I Finanzieri del Comando Provinciale, nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio, anche virtuale, eseguendo mirati e specifici accertamenti hanno individuato numerosissime partite IVA, riportanti denominazioni di origine sinica, operanti nel settore dell’e-commerce e rappresentate dal medesimo soggetto di origine cinese.
Dall’analisi, sono emersi, sin da subito, numerosi indici di rischio derivanti da: l’elevato numero di soggetti rappresentati; la recente costituzione del rappresentante fiscale; la presentazione della dichiarazione dei redditi indicante un volume dei ricavi irrisorio; l’assenza di pagamento di tributi e assenza di qualsiasi bene o contratto intestato nonché precedenti di polizia in capo al soggetto rappresentante in quanto arrestato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Pertanto, evidenziata la totale inesistenza e inadeguatezza del soggetto a poter rappresentare tale mole di partite IVA, è stata chiesta e ottenuta la cessazione della partita IVA da parte della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate competente. Tale attività testimonia l’impegno della Guardia di Finanza in tema di prevenzione e supporto alla compliance, nell’ottica di prevenire le frodi e di intervenire tempestivamente, prima dell’emersione dell’evasione o di condotte distorsive del mercato e di mancata pretesa erariale.
In quest’ottica, si specifica che in tema di cessazione delle partite IVA operanti tramite il rappresentante fiscale, di recente, è stato previsto che sarà necessaria una garanzia da prestare, coincidente con cauzione in titoli di stato, fideiussione bancaria o polizza fideiussoria, in base alle partite IVA rappresentate, che andrà da un minimo di 30mila euro a un massimo di due milioni di euro.