Coniugi trovati morti a Cagliari: arrestato il figlio. Li avrebbe avvelenati per soldi

Claudio Gulisano è indagato per duplice omicidio. Probabile movente economico: il 44enne era sommerso di debiti.

Cagliari – Svolta nel caso della morte dei coniugi Luigi Gulisano, 79 anni, e Marisa Dessì, 82, trovati senza vita lo scorso 5 dicembre nella loro abitazione di via Ghibli a Cagliari. Nella notte, i carabinieri hanno fermato uno dei figli della coppia, Claudio Gulisano, 44 anni, con l’accusa di duplice omicidio volontario. Dietro al delitto ci sarebbero motivazioni economiche. L’uomo si trova ora detenuto nel carcere di Uta.

Il fermo è stato deciso dopo un lungo interrogatorio durato oltre sei ore, condotto dalla pm Rossana Allieri presso la caserma dei Carabinieri di San Bartolomeo. Durante l’interrogatorio, è stato sentito anche l’altro figlio della coppia, Davide Gulisano, 46 anni, che però non risulta indagato. Le risposte di Claudio non avrebbero convinto la pm, portando così al suo fermo.

Le cause della morte dei due anziani sono riconducibili a un avvelenamento, ma resta da chiarire quale sostanza sia stata utilizzata. Gli esami condotti dal medico legale saranno decisivi, poiché i cibi e gli alimenti sequestrati nella casa non hanno fornito risposte definitive.

L’allarme era stato dato proprio da Claudio Gulisano il giorno del ritrovamento, quando aveva chiamato i carabinieri dopo essere entrato nell’abitazione. In un primo momento, si era ipotizzato un avvelenamento da funghi, ma questa teoria è stata rapidamente esclusa dagli esperti.

Fin dal ritrovamento dei corpi, le indagini sono proseguite a ritmo serrato, coinvolgendo i carabinieri del Ris per gli accertamenti sulla scena del crimine e il Reparto operativo del Comando provinciale per ricostruire le vite dei due coniugi e dei loro figli.

Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe legato a motivi economici. I coniugi erano infatti proprietari di almeno sei appartamenti in città. Il figlio Claudio avrebbe avuto debiti legati al fallimento di un market che il padre gli aveva regalato.

A incastrare il figlio vi sarebbe un filmato, ma non solo. Ci sono testimonianze, il contenuto dei cellulari dei suoi genitori e quanto custodito nel suo smartphone. Un quadro investigativo, secondo la Procura, che per ora lascia pochi dubbi insieme alle riposte poco chiare del 44enne durante l’interrogatorio. Il video, in particolare, filmato dalla telecamera di un esercizio commerciale, posiziona l’indagato nell’area di via Ghibli, in un momento in cui, secondo il suo alibi, non avrebbe dovuto essere lì. E almeno un testimone lo avrebbe visto allontanarsi dall’abitazione.

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