Il tribunale di Trento ha fissato l’udienza preliminare per il 9 febbraio 2026. L’orsa, madre di un cucciolo, fu uccisa a fucilate nel settembre 2023 nonostante il comportamento pacifico.
Trento – Svolta giudiziaria nel drammatico caso dell’orsa F36: due cacciatori settantenni saranno processati per l’uccisione dell’animale, avvenuta nel settembre 2023 a Sella Giudicarie in provincia di Trento. Il pubblico ministero Patrizia Foiera ha disposto il rinvio a giudizio di due delle quattro persone indagate per l’uccisione dell’animale, con udienza preliminare fissata per il 9 febbraio 2026 presso il Tribunale di Trento.
I due imputati dovranno rispondere di “concorso in uccisione di animale per crudeltà e senza necessità” ai sensi degli articoli 110 e 544-bis del codice penale. Secondo l’accusa, i due avrebbero ucciso l’orsa F36 sparandole con un’arma da caccia a canna rigata, pur non sussistendo alcun pericolo per la loro incolumità, dato il comportamento pacifico dell’animale.
Il corpo senza vita di F36 fu rinvenuto il 27 settembre 2023 nel comune di Sella Giudicarie, in circostanze che fin dall’inizio erano apparse sospette alle associazioni animaliste. L’orsa, madre di un cucciolo di circa otto mesi, era stata protagonista di due incontri ravvicinati con alcuni escursionisti, episodi che però non avevano mostrato alcun comportamento aggressivo da parte dell’animale.
F36 era stata inserita nella “black list” del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, dopo un presunto “falso attacco” del plantigrado nei confronti di due uomini. L’episodio risaliva alla mattina di domenica 30 luglio, quando due ragazzi sui vent’anni, lungo il sentiero che porta alla malga Avalina, si erano imbattuti nell’orsa con il suo cucciolo.
Le indagini condotte dai forestali trentini hanno però accertato che l’orsa non aveva mai mostrato comportamenti aggressivi o pericolosi, rendendo del tutto ingiustificata la sua uccisione a colpi di arma da fuoco.
La svolta processuale è arrivata grazie all’azione legale intrapresa dalle associazioni animaliste. La denuncia è stata presentata dall’associazione LEAL tramite il proprio legale Aurora Loprete, che ha permesso di riaprire un caso che la Procura aveva inizialmente voluto archiviare.
Il GIP del Tribunale di Trento ha infatti accolto l’opposizione presentata dalla LAV contro l’archiviazione del procedimento, ordinando l’imputazione coatta per due degli indagati. Le associazioni animaliste hanno annunciato che si costituiranno parte civile nel processo, considerando l’uccisione di F36 “un atto di gravità inaudita”.
Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, ha commentato la decisione definendola “finalmente uno spiraglio di giustizia” per l’orsa e il suo cucciolo rimasto orfano.
L’orsa era stata oggetto di un provvedimento di cattura o abbattimento in seguito giudicato illegittimo dal Consiglio di Stato, ma fu trovata morta prima che potesse essere eseguito.