La battaglia contro la pedofilia nella Chiesa vive un nuovo culmine, con buona pace delle istanze vaticane più conservatrici che hanno sempre cercato di rallentare il dispiegamento del nuovo corso.
Papa Francesco compie 83 anni ma il regalo decide di farlo a tutto il mondo. Ieri, nel giorno del suo compleanno, Bergoglio ha ufficialmente comunicato, tramite la diffusione di due documenti, che, da adesso in poi, non saranno più coperte dal segreto pontificio le cause per pedofilia avanzate in Vaticano, contro sacerdoti e vescovi. Vittime, attori processuali ed anche semplici testimoni non saranno più tenuti al segreto, come era stato fino ad oggi.
Vi è di più: il declassamento del segreto pontificio a mero segreto d’ufficio, comporterà un profilo di riforma generale dell’ordinamento canonico, dal momento che tale silenzio non potrà giuridicamente più essere opposto all’adempimento degli obblighi fissati dalle leggi statali. In altre parole, qualora una legge statale disponga un obbligo di denuncia da parte di eventuali soggetti informati dei fatti, il venire meno del segreto pontificio e la precisazione sui limiti del segreto d’ufficio consentiranno l’adempimento di quanto previsto dalla legge.
La svolta è stata abbastanza repentina e contraddice in parte la nota della Penitenza apostolica, redatta ed approvata solo lo scorso giugno, che sembrava invece muovere in difesa dell’istituto del segreto. Resta in ogni caso ad oggi ribadita la necessità della tutela dell’altro segreto, quello confessionale: ai confessori sarà ancora inibita la denuncia alla pubblica autorità, qualora gli stessi vengano a conoscenza di notizie giuridicamente rilevanti, nel circoscritto ambito del rito confessorio.
Si tratta dell’ennesimo passo in avanti dell’attuale Pontefice nella battaglia per l’ammodernamento e la trasparenza della Chiesa Cattolica, in coerenza con una società moderna che mal tollera oscuri rituali del passato. Le conseguenze non si faranno certo attendere, a partire dalla circostanza che sarà adesso certamente più agevole conoscere i dettagli dell’inchiesta vaticana che ha portato alle dimissioni del potente cardinale americano, Theodore McCarrick, il 13 febbraio del 2019, e che già allora suscitò parecchio scalpore.
La battaglia contro la pedofilia nella Chiesa vive un nuovo culmine, con buona pace delle istanze vaticane più conservatrici che hanno sempre cercato di rallentare il dispiegamento del nuovo corso.