Fiumi di coca dalla Colombia a Genova, 20 arresti tra Liguria e Calabria [VIDEO]

Maxi operazione dei carabinieri del Ros e della Dda con Europol: carichi “coordinati” dal carcere dal boss Gabriele Puleo.

Genova – Il bilancio è di 20 arresti tra Liguria, Calabria e l’estero per traffico di internazionale di cocaina e detenzione illegale di armi. L’operazione è stata svolta dai ros (Raggruppamento operativo speciale) dei carabinieri di Genova supportati dai militari dell’arma territoriale. Gli arrestati sono stati trasferiti in carcere sulla base di un’ordinanza emessa dal gip di Genova. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale genovese su richiesta della Procura – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti degli esponenti del sodalizio, tra cui un dominicano, due di nazionalità colombiana, sette albanesi.

Tra le armi rinvenute durante le perquisizioni anche materiale bellico. La maxi operazione è frutto della cooperazione giudiziaria e di polizia a livello europeo da Eurojust ed Europol. Alcune delle persone fermate dai carabinieri sono state portate in carcere a Marassi. L’indagine è una costola dell’operazione del 2015 che aveva coinvolto Giuseppe Bellocco, figlio del boss Gregorio Bellocco dell’omonima ‘ndrina di Rosarno. Oltre a lui erano stati arrestati Gabriele Puleo e Igor Cerasa per l’importazione di 150 chili di cocaina dal Sudamerica. Gli investigatori hanno scoperto che il gruppo aveva organizzato due importazioni di droga che dalla Calabria erano destinate alla Liguria. Gli arrestati avevano la disponibilità di armi comuni ma anche mitragliatrici da guerra.

Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama; Colombia e Venezuela finalizzata alla importazione dall’America Latina di ingenti quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto ligure, e, una volta recuperata, grazie all’illecita collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini, rivenduta a terzi. Tra le attività, anche il recupero di carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, grazie alla possibilità dell’associazione di assicurare anche tali servizi, in tal caso facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro o in cocaina), variabile, attorno al 20% del prodotto importato o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico presso il porto.

L’associazione era diretta da Gabriele Puleo, che ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7 ottobre del 2015 a seguito del sequestro di un rilevante quantitativo di cocaina, (mentre cercava di recuperare un carico di Kg. 147, 970 di cocaina, in concorso con il latitante Giuseppe Bellocco) Puleo, pur essendo detenuto, comunicava con gli altri associati (tra questi Marco Cuoco, Vincenzo Puleo) per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam.

Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti. Agli indagati sono contestati nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, connotati dalla transnazionalità, complessivamente per circa 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro; 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività della cosca di ndrangheta Bellocco).

E ancora, contestate le condotte compiute in autonomia sia da appartenenti all’organizzazione che da soggetti legati ai membri di questa che, a loro volta, distribuivano stupefacente di varia tipologia (cocaina, hashish e marijuana) alle proprie filiere di spaccio; ma anche la detenzione di armi quali due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov). pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65.

I reati contestati sono stati commessi in un arco temporale da settembre 2014 a dicembre 2022. L’indagine ha beneficiato del prezioso contributo informativo di Europol, che ha tempestivamente veicolato le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi SkyEcc; della preziosa collaborazione di Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EncroChat.

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