SUPERMERCATI PRESI D’ASSALTO. BLOCCATI I CENTRI DISTRIBUZIONE MERCI DEL LODIGIANO

In città ma anche nell’hinterland la paura di rimanere in casa per mesi dilaga. Corsa ai carrelli zeppi di surgelati e cibi a lunga conservazione. Esagerato e ingiustificato il timore di molti cittadini.

MILANO – Il Coronavirus bussa alle porte della capitale finanziaria italiana. La Lombardia ha paura e il resto d’Italia scruta con visibile apprensione il susseguirsi degli eventi. Le notizie si rincorrono: tra presunti casi di contagi, smentite, conferme e decessi, la popolazione milanese sembra essere precipitata in un vortice di psicosi urbana. Un manto d’incertezza eclissa il prossimo futuro e la paura sembra regnare sovrana. I teatri chiudono, le scuole serrano le entrate e i ristoranti sono vuoti. Solo i supermercati e le farmacie continuano a lavorare ad oltranza, cercando di soddisfare l’enorme richiesta che in queste ultime ore vede la popolazione tentare di accaparrarsi gli ultimi beni di prima necessità.

Tra i corridoi degli empori meneghini corrono carrelli stracolmi di pasta, di scatolette di tonno e fagioli, carne da congelare e tutta la vasta serie di cibi a lunga conservazione.

“… Abbiamo paura – confessa M.C. madre di due figli, cliente dell’Esselunga di piazza Udine – non stiamo capendo molto. La televisione e i giornali continuano a dare notizie contrastanti e allarmistiche… E’ come se nascondessero qualcosa. Non sappiamo cosa succederà nelle prossime settimane, non sappiamo neanche se i supermercati continueranno a lavorare, proprio per tale ragione abbiamo deciso di correre ai ripari e comprare più roba possibile così da poter rimanere dentro casa fino a quando l’allarme non sarà rientrato…”

In queste ore la paura è più contagiosa del virus stesso: uomini e donne, adulti e bambini, sfilano istericamente davanti alle casse dell’iper, cercando di guadagnare il proprio spazio vitale in quella che sembra una delle prime scene di un film apocalittico.

“… Io ho un piccolo bar – aggiunge R.G. in coda alla fila vicino alle casse – sta girando voce che il Comune sia intenzionato a far chiudere le attività di ristorazione per almeno una settimana. La situazione non è bella, oltre alla paura subentra anche l’ansia per il possibile danno economico che le attività subiranno. Ho comprato i beni di prima necessità per la mia famiglia: latte, pasta, surgelati, pane, farina, lievito e della frutta. In questo momento non sappiamo quale sarà il futuro della città e della regione, l’unica cosa che sappiamo ora come ora è che abbiamo timore che la situazione poteva essere gestita meglio. Aspettiamo, cercando di essere fiduciosi…”

Milano oggi sembra una città diversa. Non più fiera e orgogliosa ma ferita e impaurita. Le recriminazioni tra la popolazione iniziano a circolare con una certa insistenza. Le istituzioni sembrano essere incapaci di rispondere tempestivamente alla necessità espresse dai cittadini e anche il settore sanitario pubblico mostra le criticità di una politica fino ad ora asservita al privato. I supermercati si stanno progressivamente svuotando, la psicosi scaturita dal virus ha preso il sopravvento. E  il futuro sembra virale.

ordinanza n. 1 CORONA VIRUS

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