Strage in famiglia a Paderno: 17enne dichiarato parzialmente incapace

La perizia psichiatrica disposta dal gip: “Viveva tra realtà e fantasia, quest’ultima non intesa come delirio, ma come rifugio”.

Milano – Era parzialmente incapace di intendere e volere il 18ennne Riccardo Chiarioni quando, nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre scorso, ancora minorenne, in una villetta a Paderno Dugnano uccise a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni. Lo ha stabilito la perizia psichiatrica di Franco Martelli, disposta dalla gip per i minorenni di Milano Laura Margherita Pietrasanta. Il vizio parziale di mente, se riconosciuto per il 18enne difeso dall’avvocato Amedeo Rizza, nel processo abbreviato che deve iniziare, porterebbe a una riduzione della pena. Una consulenza difensiva, invece, ha accertato per lui un’incapacità totale.   

Nella perizia viene rilevato che Riccardo Chiarioni, al momento dei fatti 17enne, quando uccise con 108 coltellate padre, madre e fratello 12enne, “aveva il suo spazio di libertà limitato, ossia una capacità di
intendere ridotta, così come era ridotta la sua capacità di volere al momento del fatto. Voleva rifugiarsi nel suo mondo fantastico della immortalità e per raggiungerlo nella sua mente era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti. Viveva tra realtà e fantasia, quest’ultima non intesa come delirio, ma come rifugio”. “Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva messo a verbale il ragazzo, parlando di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito soprattutto in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo. “Volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero”, aveva detto ancora, cercando di spiegare una strage senza un movente.

La famiglia Chiarioni

Nelle relazioni degli psicologi che si sono occupati di lui, allegate agli atti delle indagini, si era messo in luce che il ragazzo aveva parlato di un “clima competitivo” che c’era in famiglia, ma anche nello sport e più in generale in tutta la società. Un “clima relazionale – si legge – percepito come critico e competitivo”. Le ultime sue vacanze estive, con familiari ed amici, le ha descritte come “serene”, o almeno così aveva raccontato. In famiglia, ha spiegato ancora nei colloqui, “se c’era il pretesto di litigare, io cercavo di non farlo”. Lo scorso ottobre, su richiesta della difesa, la gip, anche a seguito delle indagini delle pm per i minori Sabrina Ditaranto e Elisa Salatino e dei carabinieri, aveva affidato a Franco Martelli, specialista in psichiatria e in criminologia clinica, l’incarico per l’accertamento in incidente probatorio sul giovane, detenuto nel carcere minorile di Firenze.

Perizia che è stata depositata il 14 marzo e che sarà discussa, tra parti e consulenti, davanti alla giudice in un’udienza ad aprile. La difesa ha anche nominato un proprio consulente di parte, lo psichiatra Marco Mollica, che nel suo elaborato ha concluso per un vizio totale di mente. Entrambe le relazioni, così come
quella della Procura per i minori, entreranno nel processo abbreviato (con sconto previsto sulla pena), che deve essere ancora fissato, dopo che nei giorni scorsi i pm hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato.

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