Secondo la Procura di Crotone, 4 finanzieri e 2 guardie costiere hanno contribuito a provocare l’affondamento del caicco “Summer love” il 26 febbraio 2023.
Crotone – Chiesto il rinvio a giudizio dalla procura di Crotone nei confronti di sei militari, quattro appartenenti Guardia di finanza e due della Capitaneria di porto, con l’accusa di aver contribuito a provocare il naufragio del caicco “Summer Love”, affondato il 26 febbraio 2023 a Cutro provocando la morte di 94 migranti e una decina di dispersi.
I fatti – Sabato 25 febbraio 2023, alle 23:26, dalla sala operativa del reparto aeronavale della Guardia di Finanza, il capoturno Giuseppe Grillo comunica con il collega della Guardia Costiera di Reggio Calabria per confermare che è la Guardia di Finanza a gestire l’intervento su un caicco avvistato da un aereo di Frontex, probabilmente carico di migranti. “Al momento è un’attività di polizia sotto la nostra valutazione. Abbiamo una motovedetta in attesa, condizioni del mare permettendo…”
Le condizioni del mare, però, peggiorano rapidamente quella notte. Il caicco “Summer Love” viene lasciato in balia del mare forza 4 e del vento di burrasca forza 7, peggiorato progressivamente, come certifica la consulenza richiesta dalla Procura di Crotone. Diciassette mesi dopo, la Procura conclude l’indagine sul naufragio, che ha portato alla morte di 94 persone, di cui 35 bambini, e chiede il processo per sei tra ufficiali e sottufficiali della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera, accusati di grave negligenza e imperizia.
La tesi della Procura – Secondo la Procura, la tragedia avrebbe potuto essere evitata se il caicco fosse stato monitorato. La Guardia di Finanza, sostiene l’accusa, avrebbe omesso informazioni che avrebbero attivato l’intervento SAR (Ricerca e Soccorso). Il PM Pasquale Festa ha delineato specifiche responsabilità a livello operativo, sottolineando le politiche che, negli ultimi anni, hanno limitato gli interventi della Guardia Costiera ai soli casi di pericolo immediato.
L’errore, secondo la Procura, non fu di Frontex, che aveva correttamente segnalato il caicco. La Guardia di Finanza avrebbe dovuto monitorare la situazione e procedere con un’operazione di controllo, ma interruppe il pattugliamento e non informò la Guardia Costiera, rifiutando mezzi più idonei per le condizioni meteo. La Guardia Costiera, da parte sua, non verificò che il caicco fosse effettivamente sorvegliato. Il risultato: un naufragio evitabile, secondo la Procura, che accusa le autorità di omissioni e gravi sottovalutazioni, aggravate dall’assenza di comunicazione fra le forze in campo.
I nomi – Sono quindi a rischio processo con l’accusa di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa della guardia di finanza di Crotone e del reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia, Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo Valentia, Antonino Lopresti, ufficiale di comando e controllo tattico del Roan, Nicolino Vardaro, comandante del gruppo aeronavale di Taranto, Nicola Nania, ufficiale di ispezione in servizio al centro nazionale di coordinamento di soccorso marittimo della guardia costiera di Roma e Francesca Perfido, ufficiale di ispezione della capitaneria di porto di Reggio Calabria.