Strage di Brandizzo, i video e gli audio smentiscono le versioni iniziali

Dalle immagini e dalle registrazioni emergono comunicazioni caotiche e lavori iniziati prima dello stop ai treni. La richiesta di interruzione arrivò troppo tardi.

Brandizzo – Le immagini registrate dalle telecamere e le registrazioni audio finite agli atti dell’inchiesta sulla strage di Brandizzo mostrano una ricostruzione diversa rispetto alle prime versioni fornite agli inquirenti. La notte tra il 30 e il 31 agosto 2023, cinque operai della ditta Sigifer vengono travolti da un treno mentre sono già al lavoro sui binari, prima che la circolazione ferroviaria fosse ufficialmente interrotta.

Secondo quanto emerge dagli atti, le comunicazioni tra il caposcorta Rfi e la sala operativa sarebbero state confuse e segnate da errori di valutazione sugli orari dei convogli.

Dopo la tragedia, il caposcorta aveva dichiarato di non aver autorizzato l’ingresso in linea degli operai. I video, però, lo collocano sul posto mentre la squadra è già sui binari e lui è impegnato al telefono per concordare l’orario di interruzione del traffico.

Dalle immagini e dagli audio non emergono ordini espliciti di fermare i lavoratori prima dell’arrivo del treno.

Tra le 23.27 e le 23.48, le conversazioni con la dirigente Rfi mostrano incertezze sugli orari dell’ultimo treno. Un convoglio viene scambiato per l’ultimo previsto, mentre in realtà la tratta era ancora attiva.

In quella finestra di tempo, gli operai iniziano a predisporre materiali e attrezzature lungo il binario, senza che venga formalizzata l’interruzione.

La richiesta ufficiale di stop ai treni viene inoltrata solo pochi istanti prima dell’impatto e con decorrenza posticipata. Quando il treno sopraggiunge ad alta velocità, i lavoratori si trovano già sulla linea.

Solo il caposquadra riesce a mettersi in salvo. Gli altri cinque operai perdono la vita. Davanti ai magistrati, il caposquadra ha riferito di essersi mosso in base alle indicazioni ricevute, convinto che ci fosse una finestra di tempo sufficiente per lavorare. Non gli sarebbe stata comunicata una vera e propria interruzione tecnica, ma un via libera generico ad “iniziare”.

Ha inoltre spiegato che non era insolito iniziare le operazioni preparatorie prima dello stop formale alla circolazione.

La Procura sta ora valutando le responsabilità individuali e il possibile peso di prassi operative non sicure. Gli investigatori cercano di capire se quanto accaduto sia stato il frutto di un errore umano isolato o il segnale di falle strutturali nelle procedure di sicurezza.