Due persone arrestate in flagranza di reato ed oltre 85 violazioni amministrative rilevate per un importo superiore ai 200 mila euro.
Roma – Vasta operazione della Polizia di Stato sul territorio nazionale per il contrasto all’illecito smaltimento di rifiuti. Le articolate attività, coordinate a livello centrale dallo SCO, sono state condotte dagli agenti delle Squadre mobili e delle SISCO in 33 province italiane con il supporto specialistico delle Agenzie regionali per la protezione Ambientale e della Polizia Stradale.
In alcune province, vista la specificità operativa in cui si è operato, sono state coinvolte anche le strutture periferiche del Corpo nazionale della Capitaneria di Porto. In tre giorni di intensa attività sono state controllate oltre 168 aree sospettate di essere adibite all’illecito stoccaggio e conservazione dei rifiuti, 40 delle quali sono state sottoposte a sequestro. Più di 1763 i soggetti identificati, 103 persone sono state denunce in stato di libertà per reati connessi all’illecita gestione dei rifiuti, 2 persone arrestate in flagranza di reato ed oltre 85 violazioni amministrative rilevate per un importo superiore ai 200 mila euro.
Le attività istruttorie e di verifica conseguenti all’accesso sui siti controllati proseguiranno nei prossimi giorni a cura delle singole Agenzie regionali per la protezione Ambientale, al fine di valutare la sussistenza di ulteriori illeciti amministrativi e penali. Più nel dettaglio, in Provincia di Reggio Calabria sono stati sottoposti a controllo 34 siti e, all’esito delle attività svolte, 6 di questi sono state sottoposti a sequestro. Inoltre, nell’occasione sono stati identificati 48 soggetti e 5 persone sono state denunciate in stato di libertà per reati connessi all’illecita gestione dei rifiuti nonché irrogate 5 sanzioni amministrative per un totale di circa 8.000 euro.
In particolare, dai controlli presso alcune autocarrozzerie sono emerse irregolarità connesse all’utilizzo di forni di verniciatura senza il possesso, da parte dei titolari, delle autorizzazioni previste in materia di emissioni atmosferiche inquinanti; gli impianti sono stati, pertanto, sottoposti a sequestro con segnalazione alla magistratura.
In altro contesto, sono stati rinvenuti materiali di risulta riconducibili ad estumulazioni cimiteriali, tra cui, residui di lapidi funerarie in marmo; le aree interessate sono state sequestrate con conseguente comunicazione alla magistratura ed all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (A.R.P.A.). Sono stati, infine, rilevati casi di presenza di lavoratori privi di regolare assunzione, con conseguente sospensione dell’attività d’impresa, di mancata sottoposizione dei lavoratori alla prevista visita medica nonché di illecito uso di strumentazione audio/video da parte del datore di lavoro in assenza di accordo sindacale o autorizzazione del competente Ispettorato del Lavoro.