Lo dice la nota dell’Employment Outlook annuale. Nel Belpaese il maggior calo reale dei salari rispetto al periodo pre-Covid.
Roma – L’Italia è il Paese che ha accusato il maggior calo dei salari reali tra le principali economie dell’Ocse rispetto la periodo precedente al Covid e, anche se e’ previsto un recupero nei prossimi anni, gli aumenti resteranno sotto la media dei big industrializzati. E’ quanto emerge dalla nota sull’Italia dell’Employment Outlook annuale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Nel primo trimestre del 2024, i salari reali nella Penisola erano ancora inferiori del 6,9% rispetto a prima della pandemia, si legge nello studio.
La situazione è in via di miglioramento, grazie ai rinnovi di importanti contratti collettivi, soprattutto nel settore dei servizi che hanno fatto scendere la quota di dipendenti del settore privato coperti da un contratto collettivo scaduto al 16,7% nel primo trimestre del 2024 dal 41,9% dell’anno precedente. Questo ha contribuito a spingere la crescita dei salari negoziati al 2,8% rispetto all’anno precedente. Nel complesso, d’altro canto, la crescita dei salari reali dovrebbe rimanere contenuta nei prossimi due anni.
Si prevede che i salari nominali (ovvero la retribuzione per dipendente) in Italia aumenteranno del 2,7% nel 2024 e del 2,5% nel 2025. Si tratta di aumenti ‘significativamente inferiori’ a quelli della maggior parte degli altri Paesi Ocse, ma consentiranno comunque un recupero di parte del potere d’acquisto perduto, dato che l’inflazione è prevista all’1,1% nel 2024 e al 2% nel 2025. In generale, rileva lo studio, in molti Paesi i salari reali sono ancora sotto il livello del 2019, anche se sono in crescita su base annua in un contesto di inflazione in calo. Mentre stanno recuperando parte del terreno perduto, i profitti iniziano ad assorbire parte dell’aumento del costo del lavoro. Secondo l’Ocse, “in molti Paesi c’è spazio per fare sì che i profitti assorbano ulteriori aumenti salariali, soprattutto perché non ci sono segnali di una spirale prezzi-salari”.