Il passo indietro dell’AD accettato dal consiglio di amministrazione. Sindacati e politica preoccupati: “Subito un nuovo piano industriale”.
Roma – Colpo di scena sul caso Stellantis. Carlos Tavares, uno dei padri della fusione nel 2020 tra Psa e Fca, lascia il colosso dell’automotive che negli ultimi mesi era finito al centro della bufera politica. La decisione di dire addio al manager, che avrebbe dovuto mantenere la carica di amministratore delegato fino al 2026, è stata presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione. La notizia è arrivata a sorpresa, anche se Stellantis aveva già comunicato che Tavares, il manager più pagato dell’industria dell’auto, avrebbe lasciato la guida del gruppo alla fine del contratto. Stellantis ha annunciato nella serata di ieri che il Consiglio di Amministrazione, riunitosi sotto la presidenza di John Elkann, aveva accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di Chief Executive Officer con effetto immediato.
Il processo per la nomina di un nuovo CEO permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann. Stellantis conferma la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024. Il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, ha commentato: “Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il CEO alla decisione di oggi”. Per Tavares che ha chiuso il rapporto con il gruppo in anticipo di un anno sui tempi previsti dal contratto si parla di una buonuscita di 100 milioni di euro. A incidere sull’importo, secondo indiscrezioni che l’azienda non ha però confermato, sarebbe proprio l’uscita anticipata.
Il Presidente John Elkann ha dichiarato: “Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo CEO. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders”. Nessun rimpianto per Tavares, anzi, le dimissioni da amministratore delegato offrono la sponda alla politica per pretendere risposte urgenti sul futuro del gruppo automobilistico.
“Ora John Elkann venga al più presto in Parlamento“ è il coro bipartisan che unisce maggioranza e opposizioni nei commenti ‘a caldo’ dopo il passo indietro del manager di Lisbona. Del resto la scelta di
declinare l’invito della Commissione attività produttive della Camera aveva già attirato sul presidente di Stellantis, le critiche del ‘Palazzo’. La stessa premier Giorgia Meloni (intervistata da Bruno Vespa lo scorso 30 ottobre) aveva stigmatizzato il rifiuto di presentarsi alle Camere come “una mancanza di rispetto”. Ora – questo il messaggio che unisce entrambi i fronti della politica – il tempo è scaduto ed Elkann deve riferire in Parlamento. Stellantis “volti pagina, inverta la rotta e tuteli l’occupazione”, è il mantra che arriva dai parlamentari dei vari schieramenti. Con l’opposizione che chiama in causa anche il governo sollecitato a tutelare il settore dell’automotive.
Intanto, John Elkann, secondo quanto si apprende, ha informato personalmente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni sulle dimissioni di Tavares accettate dal Board. Il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con John Elkann, collegato dagli Stati Uniti. Lo affermano fonti del Mimit. Le stesse fonti riportano che “il tavolo Stellantis, convocato per il prossimo 17 dicembre al Mimit, è confermato con l’intenzione di chiudere in modo positivo così come da mandato parlamentare, con un Piano Italia che riaffermi la centralità del nostro Paese nei progetti di sviluppo di Stellantis”. Al tavolo il gruppo automobilistico “sarà rappresentato da Jean Philippe Imparato, responsabile Europa, che ha avuto dal presidente, nonché guida del Comitato esecutivo, il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni”. Ma dal mondo della politica piovono critiche. “Siamo curiosi di sapere quanto prenderà Carlos Tavares come ‘premio’ economico dopo la sua disastrosa gestione”. Così una nota della Lega. “Non rimpiangeremo Tavares. Il sostenitore della teoria “darwiniana” applicata però solo ai lavoratori. Ora diventa ancora più urgente riconvocare John Elkann in Parlamento. Domani scriverò a Fontana”. Così Carlo Calenda dopo le dimissioni dell’ad di Stellantis.
“Si dimette da ad. di Stellantis Tavares, che abbiamo duramente contestato in questi mesi, anche quando è venuto in Parlamento, per le prospettive industriali del tutto assenti. Va via un manager, ma resta sul tavolo l’enorme preoccupazione per il futuro degli stabilimenti, dell’indotto, di tanti lavoratori alle prese con stop, commesse che saltano, cassa integrazione. A Pomigliano saremo con loro per ascoltare le loro posizioni e per confrontarci per le possibili soluzioni”. Così Giuseppe Conte su Fb. “Prima ancora che sia nominato il nuovo AD, Elkann dovrebbe venire in Parlamento a spiegarci con quale predisposizione pensano di affrontare la crisi in atto. Il Governo dovrebbe finalmente battere un colpo: finora lo si è notato per l’assenza. Il futuro dell’automotive non può essere lasciato all’improvvisazione”, conclude.
“Tavares è colui che ha avviato un processo di delocalizzazione dell’automotive in Italia, con politiche che hanno provocato guasti ed esuberi e ritardato i processi di innovazione tecnologica. A questo punto Stellantis ha il dovere di dire cosa vuole fare dei suoi stabilimenti e qual è il suo piano industriale. Per queste ragioni chiediamo che Elkann sia immediatamente audito in Parlamento”. Lo affermano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. “Tavares non ci mancherà, la sua gestione è stata drammatica per l’Italia. Ora la proprietà non ha più scuse: presenti un piano industriale serio. Al Paese, alle imprese e ai lavoratori non serve un capro espiatorio ma un’inversione di rotta della linea aziendale”. Lo scrive su X la deputata e vicepresidente del M5S Chiara Appendino.
Per il Pd “le dimissioni di Tavares evidenziano quanto sia grave la crisi che ha investito Stellantis e tutto l’automotive europeo. Ora bisogna voltare pagina e tutti devono fare la propria parte. L’azienda, mettendo
in campo un piano industriale all’altezza di una fase estremamente difficile. Il governo, ripristinando gli strumenti di politica industriale assurdamente tagliati con la legge di bilancio. Chiederemo nuovamente a John Elkann di venire in Parlamento per confrontarsi sul futuro di Stellantis e del settore”, afferma Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria del partito. In una nota il segretario generale Fim Cisl Ferdinano Uliano sottolinea che le dimissioni dell’amministratore delegato di Stellantis “rappresentano un momento di svolta per l’azienda e per il settore automobilistico italiano”.
Negli ultimi mesi, ricostruisce il sindacalista, “abbiamo riscontrato significative distanze rispetto alla necessità di migliorare il piano industriale per il nostro Paese. In particolare, ci siamo trovati di fronte a un peggioramento tangibile della situazione produttiva, con volumi in calo e impatti negativi sull’occupazione, aggravati dal crescente ricorso agli ammortizzatori sociali. Queste criticità ci hanno spinto, insieme a Fiom e Uilm, a proclamare unitariamente per il 18 ottobre scorso uno sciopero con una manifestazione nazionale del settore auto, per sollecitare un intervento del Governo italiano. Abbiamo chiesto con forza la convocazione dei vertici aziendali a Palazzo Chigi, per avviare un confronto concreto volto a ottenere maggiori investimenti e garanzie per il nostro Paese. Ora, più che mai, diventa fondamentale individuare rapidamente un nuovo amministratore delegato che possa rispondere positivamente alle istanze da noi poste e che possa in tempi brevi aprire con noi il confronto necessario per rispondere positivamente alle nostre richieste”.
Richieste che, chiarisce “restano chiare, servono Investimenti strategici in Italia, a partire dall’introduzione di una nuova piattaforma produttiva small, nuovi modelli, investimenti in ricerca e sviluppo, serve confermare la giga-factory di Termoli, garanzie che non ci siano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali, che avrebbero conseguenze devastanti per le famiglie e i territori. Questi punti rappresentano da sempre le nostre priorità, e misureremo i nuovi vertici di Stellantis sulla base della loro capacità di fornire risposte concrete in queste direzioni. Solo attraverso un impegno reale sarà possibile costruire buone relazioni sindacali e un futuro industriale sostenibile per il nostro Paese. La Fim-Cisl continuerà a monitorare attentamente la situazione e portare avanti il proprio impegno per tutelare i lavoratori e rilanciare il settore automotive italiano. Ribadiamo al Governo italiano l’urgenza di convocare appena possibile i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi”.