Sta male ma continua a lavorare, medico di famiglia muore a 38 anni

Maddalena Carta era rimasta l’unico punto di riferimento sanitario per migliaia di cittadini del Nuorese.

Drogali – La Sardegna piange la morte della dottoressa Maddalena Carta, medico di famiglia di soli 38 anni che ha perso la vita dopo aver trascurato un malore per continuare ad assistere i suoi pazienti. La tragedia si è consumata in un contesto già critico: la dottoressa era rimasta l’unico medico di base in servizio nell’area del Nuorese, dopo che gli altri due colleghi dell’area territoriale si erano assentati per malattia.

Secondo le ricostruzioni, la giovane professionista avrebbe ignorato i sintomi di un malessere per non abbandonare i suoi assistiti, una scelta che le è costata la vita. La situazione era diventata insostenibile: migliaia di cittadini dipendevano dalle sue cure e dalla sua disponibilità.

La sindaca di Dorgali, Angela Testone, ha proclamato il lutto cittadino per onorare la memoria di una donna “che ha donato tanto al paese”. Il Comune ricorda come la dottoressa Carta abbia svolto il suo lavoro “con professionalità, umanità e dedizione, accompagnando tante vite con attenzione, cura e sensibilità”. .

Il paradosso dei medici di famiglia

La morte della dottoressa Maddalena Carta mette in luce uno dei paradossi più stridenti del sistema sanitario italiano: mentre alcuni medici di famiglia si consumano letteralmente nel tentativo di garantire assistenza ai loro pazienti, dall’altra parte esistono professionisti che il più delle volte risultano irreperibili.

Luciano Congiu, segretario regionale del Sindacato Medici Italiani per la Sardegna, denuncia senza mezzi termini: “Quella di Maddalena è una morte sul lavoro, inaccettabile in un Paese civile”. Il caso rappresenta, secondo il sindacalista, “l’insostenibile peso che oggi grava sui medici di famiglia, spesso costretti a scegliere tra la propria salute e il dovere professionale”.

Il contrasto è evidente: da un lato medici che si sacrificano fino all’estremo per non lasciare scoperti i propri assistiti, dall’altro professionisti che non garantiscono nemmeno la reperibilità telefonica di base.

Il sindacato porta avanti da tempo una battaglia per il riconoscimento delle tutele INAIL anche per i medici di famiglia, una categoria che oggi non gode delle stesse protezioni degli altri lavoratori. “Sosteniamo da tempo che i medici di famiglia debbano poter usufruire del riconoscimento da parte dell’INAIL dell’infortunio sul lavoro e degli indennizzi economici adeguati nel caso di decesso dovuto a cause di lavoro”, spiegano i rappresentanti sindacali.