La conversazione sulla messaggeria di Whatsapp contiene spunti assai interessanti. Angel Vallejo Balda, da subito, ha negato di essere uno dei due interlocutori. E siamo solo agli inizi.
ROMA – Una delle storie infinite più complesse e difficili da decifrare è senz’altro quella relativa alla sparizione di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel centro storico di Roma il 22 giugno 1983. Quarant’anni di indagini e archiviazioni, adesso pure una Commissione parlamentare d’inchiesta, non sono riusciti a scoprire la verità sulla fine della povera ragazzina la cui vicenda si alterna sulle cronache di giornali e tv a seconda di vere o false novità che negli anni sono spuntate come funghi ma che non sono servite a svelare il destino di Emanuela e di tante altre giovani donne svanite come fantasmi.
L’ultimo presunto colpo di scena, in ordine di apparizione, riguarderebbe alcune conversazioni, intrattenute tramite messaggi via chat, tra Francesca Immacolata Chaoqui e il segretario della prefettura degli affari economici del Vaticano, tale Angel Vallejo Balda. La fitta corrispondenza fra i due componenti della Cosea, commissione voluta dal Papa per rimettere ordine negli enti economici della Santa Sede, risalirebbe a circa dieci anni fa ed i contenuti sono stati depositati presso la Procura capitolina e la Commissione parlamentare che si occupano della quindicenne figlia di un messo vaticano. Quanto scritto sulla messaggeria Whatsapp non lascia adito a dubbi:
”A settembre dobbiamo far sparire quella cosa della Orlandi e pagare i tombaroli – si legge in uno dei numerosi messaggi – Di questo devi parlare al Papa…Ora che torniamo si lavora all’archivio. E basta giornali e follie varie. Quella roba della Orlandi deve sparire e tu devi farti gli affari tuoi…”.
Ma c’è molto di più:” Ho visto Giani (ex capo della gendarmeria che saprebbe che fine ha fatto Emanuela) io non credo che sia come dici tu su di lui. Quello che hanno fatto è un reato e lui lo deve sapere. Brucia questa conversazione appena la leggi. Fai le copie almeno di quella cosa della Orlandi e le mando in procura in forma anonima. Questa roba finisce male…Non dici niente a Ciani. Orlandi sono cose che vanno da serio. Il cardinale ha detto che dobbiamo mettere tutta la forza in questo, il Papa é con noi. Tiene molto in questo e lo faremo bene”.
Da quanto esternato dai due interlocutori se ne dovrebbe dedurre l’intenzione di Papa Bergoglio di fare emergere la verità sull’intricata vicenda della Orlandi, ma è proprio cosi?:
”In estate vado a Singapore e capirò di più, quando torno pensiamo a cosa fare e anche il Papa sarà più lucido – si dicono i due Buttare tutto per aria e distruggere il Vaticano non ha alcun senso…Il Papa sbaglia a gestire questo senza la gendarmeria…Questi del georadar della tomba come li paghiamo? Il Papa vuole sapere ma poi? Chi paga? E soprattutto di nascosto chi paga? Avremo anche i soldi della fondazione ma buttarci ora in questa impresa con i giornalisti è pura pazzia….”.
Gli sms, forniti agli organi inquirenti da Pietro Orlandi tramite l’avvocato Laura Sgrò, sarebbero stati stampati su supporto cartaceo ed estrapolati dai due telefonini in uso a monsignor Balda e Chaouqui, quest’ultima impelagata anche nello scandalo che ha coinvolto il cardinale Becciu. Nulla si sa ancora sulle modalità di acquisizione di detti documenti, ancora al vaglio delle autorità giudiziarie competenti. Queste conversazioni, giunte nelle mani di Pietro Orlandi circa un anno fa, serviranno o non serviranno per conoscere la verità? Non sarebbe stato meglio mantenere riservata la consegna di detti documenti agli investigatori? Quanto siano importanti per conoscere la sorte di Emanuela si vedrà nei prossimi mesi, attesi i “precedenti” delle due parti, entrambe condannate per la vicenda Vatileaks 2 che aveva scoperchiato un pentolone zeppo di corruzione e soldi sporchi fra cardinali e alti prelati.
C’è già un punto fermo: Angel Vallejo Balda davanti al promotore di giustizia vaticano, Alessandro Siddi, avrebbe negato di essere lui il corrispondente di Francesca Immacolata Chaoqui. Dirlo è un conto, provarlo è un altro. Fatto sta che anche questa tessera, aggiunta al puzzle interminabile della tragica vicenda, potrebbe non portare a nulla. Come altre volte.