Spionaggio su Jacobs, Filippo Tortu si avvale della facoltà di non rispondere

Il velocista convocato a Milano come testimone nell’ambito dell’inchiesta Equalize. Il fratello Giacomo avrebbe commissionato un monitoraggio illecito sulla medaglia d’oro di Tokyo.

Milano – – Filippo Tortu, velocista italiano e medaglia d’oro nella staffetta 4×100 alle Olimpiadi di Tokyo 2020, è stato convocato oggi come testimone dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta Equalize, che indaga su presunte attività di spionaggio ai danni di Marcell Jacobs, doppio oro olimpico a Tokyo. Tortu, non indagato, ha scelto di avvalersi della facoltà di astensione, prevista dall’articolo 199 del Codice di Procedura Penale per i congiunti di indagati, e non ha risposto alle domande dei pubblici ministeri.

Al centro del filone investigativo c’è Giacomo Tortu, fratello e manager di Filippo, indagato per concorso in intercettazioni abusive per aver commissionato alla società Equalize attività di monitoraggio illecito su Jacobs, tra il 2020 e il 2021, con l’obiettivo di raccogliere informazioni su presunte pratiche di doping.

L’inchiesta Equalize, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese e dal ROS, si concentra sulle attività illecite della società di investigazioni milanese, accusata di accessi abusivi a banche dati istituzionali e intercettazioni non autorizzate. Tra le vittime di queste operazioni c’è Marcell Jacobs, medaglia d’oro nei 100 metri e nella staffetta 4×100 a Tokyo 2020. Secondo quanto emerso, Giacomo Tortu avrebbe pagato 10.000 euro a Equalize, tramite intermediari, per ottenere informazioni su analisi del sangue, telefonate e chat di Jacobs e del suo entourage, composto dall’allenatore Paolo Camossi, il manager Marcello Magnani e il nutrizionista Giacomo Spazzini. Le indagini, durate da settembre 2020 a ottobre 2021, non hanno trovato prove di doping, ma hanno confermato accessi illeciti a dati sensibili.

Giacomo Tortu è indagato per concorso in accesso abusivo a sistema informatico e intercettazioni abusive, reati che potrebbero avere conseguenze anche sul piano sportivo, con la procura federale della FIDAL che ha aperto un fascicolo dopo aver acquisito gli atti dalla Procura di Milano.

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