Il legale dell’imprenditore sotto accusa per tangenti al governatore in cambio di favori: “Ha dato soldi a tutti, pensava fossero tracciati”.
Genova – “Ha finanziato altri partiti e ha anche dato soldi a Emma Bonino, che nemmeno conosce”. Tra l’altro la Bonino non gestiva le concessioni del porto genovese. Dichiarazioni bomba quelle di Aldo Spinelli, 84 anni, tra i signori del porto della città, davanti al gip che lo ha interrogato a seguito degli sviluppi dell’inchiesta che lo vede ai domiciliari da martedì scorso con l’accusa di corruzione, che ha travolto il governatore Giovanni Toti.
Secondo i magistrati sarebbe lui ad aver cucito rapporti sempre più stretti con la politica ligure, foraggiata per ottenere favoritismi e spazi sempre più ampi alla conquista dello scalo di Genova, lui che avrebbe pilotato le azioni di rappresentanti del potere pubblico per raggiungere i suoi scopi. Spinelli doveva essere sentito sabato 11 maggio, poi per un disguido tecnico dovuto a una mancata comunicazione della cancelleria l’appuntamento è slittato di 48 ore. A chi gli chiedeva se avesse risposto al gip ha detto: “Sì, a tutto tutto. Tranquilli”.
E passando poi alla misura che lo tiene ai domiciliari da una settimana, a chi domandava se ha messo in conto di uscire, ha spiegato: “Io penso di meritarmelo”. Respinte poi le accuse di corruzione: “Tutti i versamenti fatti sono alla luce del sole, in chiaro e con bonifico”. Spinelli ha aggiunto a quel punto di aver finanziato altri partiti, “ha anche dato soldi a Emma Bonino – rivela il difensore Andrea Vernazza – che nemmeno conosce”. La differenza, dal punto di vista della Procura, è che la Bonino non gestiva le concessioni del porto di Genova. Spinelli ha detto di aver finanziato tutti, ma con “sottoscrizioni elettorali che pensava fossero tracciate“, ha spiegato l’avvocato Vernazza.
A chi gli chiedeva se una promessa elettorale non mantenuta consente comunque di configurare il reato di finanziamento illecito, Vernazza ha risposto che “esiste anche il reato di truffa per fare delle ipotesi… c’è da discuterne. Non mettiamo limite alle difese”. Infine l’avvocato genovese ha sottolineato di non aver fatto richiesta di revoca della misura dei domiciliari: “Non la chiedo. Aldo Spinelli vorrebbe tornare in azienda ma non lo può fare e poi secondo me è prematuro, bisogna far andare avanti le cose”. A chi gli chiedeva se l’imprenditore fosse “scocciato di aver dato senza ricevere nulla in cambio”, Vernazza ha risposto: “Lui dà sempre”. Sul figlio di Spinelli, Roberto, secondo la difesa, invece non c’è nessun elemento: “Non c’entra nulla”.
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