Oltre al deputato, ad aver maneggiato il revolver è stato sicuramente Morello, il caposcorta di Delmastro, che ha messo in sicurezza l’arma dopo l’incidente. Ma è ancora mistero su chi sia la terza persona.
Biella – Almeno tre persone avrebbero maneggiato la pistola di Emanuele Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia – attualmente sospeso sia dal partito che dal gruppo parlamentare – indagato per lo sparo che ha colpito e ferito un ospite durante il veglione di Capodanno a Rosazza, nel Biellese. È quanto emerge dalla relazione finale dei Ris di Parma, inviata ieri alla procura di Biella, relativa agli accertamenti biologici e dattiloscopici eseguiti sui reperti prelevati .
Dunque a toccare il grilletto, il cane e il tamburo dell’arma – un revolver North American Arms Lr 22 – non sarebbe stato soltanto Pozzolo, ma almeno altre due persone diverse. Una di loro è sicuramente Pablito Morello, il caposcorta del sottosegretario Andrea Delmastro, che al momento dello sparo era al fianco del deputato. Non è chiaro se Morello abbia preso l’arma in mano prima o durante l’esplosione del colpo, ma sicuramente lo ha fatto dopo perché è stato lui a mettere il revolver in sicurezza dopo l’incidente, afferrandolo dal tavolo e riponendolo sulla mensola in alto di uno scaffale. Questo dettaglio emerge anche dal primo verbale dei carabinieri stilato sul posto. È stato lo stesso Morello ad accompagnare i carabinieri verso la mensola dove era stata riposta l’arma, che quindi è stata sequestrata e infine spedita ai Ris per i dovuti accertamenti.
Resta invece ancora misteriosa l’identità della terza persona che ha impugnato il revolver. Il ferito, Luca Campana, difeso dall’avvocato Marco Romanello, aveva subito chiarito: “Io la pistola non l’ho mai toccata”. Non è escluso che possa anche essere un soggetto estraneo alla festa.
Per accertare a chi appartengano gli altri due profili genetici riscontrati sul revolver saranno necessarie ulteriori verifiche e comparazioni, che solo l’autorità giudiziaria potrà ordinare. Certo è che nessuno dei tre prevale sugli altri: “Non è possibile estrapolare alcun profilo di un evidente contributore maggioritario”, si legge infatti nella relazione. In altre parole, al momento non è ancora possibile stabilire con certezza chi sia stato a sparare. E ciò se da un lato alleggerisce la posizione di Pozzolo – che al momento resta ancora l’unico indagato -, dall’altro infittisce il giallo e rende ancora più complicato stabilire esattamente cosa accadde quella sera. Pozzolo, così come il suo avvocato difensore Andrea Corsaro, hanno sempre sostenuto che non è stato il deputato a sparare.