Il dramma a Vago di Lavagno. La 58enne è morta dopo aver colpito il 15enne, con cui aveva discusso. A svelarlo la prova dello stub. Il marito, 60 anni, vigile del fuoco, risulta estraneo alla vicenda.
Verona – All’ennesima lite ha sparato al figlio 15enne e poi ha rivolto la pistola contro di sé, premendo il grilletto. E’ la prova dello stub a rivelare la dinamica del dramma familiare che si è consumato ieri pomeriggio in una villetta a Vago di Lavagno, in provincia di Verona. Alessandra Spiazzi, 58enne impiegata impegnata nel sociale, è morta, stroncata da un colpo di arma da fuoco nella cucina di casa. Il figlio 15enne è ricoverato in ospedale in gravissime condizioni.
Completamente estraneo ai fatti è risultato invece, Luciano Feltre, 60enne vigile del fuoco, marito della donna e padre del ragazzo, che i carabinieri hanno sentito come testimone e persona informata dei fatti.
La tragedia è avvenuta intorno alle 14 di ieri, 20 settembre, in un’abitazione a due piani di via Galilei. La dinamica, su cui indagano i carabinieri di Verona e la Scientifica coordinati dal sostituto procuratore Paolo Sachar, è rimasta a lungo poco chiara. All’inizio era sembrato che a sparare fosse stato il 60enne, e che avesse colpito la moglie dopo una lite, ferendo gravemente il 15enne che si era frapposto fra lui e la madre. Ma poi con il passare delle ore, eseguita la prova dello stub e sentite anche le testimonianze dei vicini di casa – secondo i quali da giorni si sentivano le urla dei frequenti liti tra madre e figlio – è emersa una versione dei fatti ancora più scioccante.
A sparare al ragazzo, secondo la Procura di Verona, sarebbe stata dunque Alessandra Spiazzi, dopo l’ennesimo diverbio con il figlio. Dopo il gesto, la donna, che “da tempo aveva problemi sanitari” – così in una nota il procuratore Raffaele Tito -, avrebbe rivolto l’arma contro di sé suicidandosi. Nessuno, fa sapere sempre la procura, al momento è stato iscritto sul registro indagati.
Il sindaco di Lavagno, Matteo Vanzan, ha raccontato che la madre “si dava da fare nel sociale, il papà segnalava al Comune l’arredo urbano quando non era sicuro, il figlio partecipava all’attività parrocchiale”. Nulla, insomma, che potesse far presagire la tragedia. Nella cittadina è stato proclamato il lutto cittadino.
Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 199 284 284 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.